Rubrica: Campagna #overthefortress
Libano - Confini interni e Confini esterni: la tutela delle persone richiedenti protezione per la tutela di tutti!
#FragileMosaico: il viaggio della campagna overthefortress in Libano
Un articolo legale di Armando Oricchio, Fabrizia Camplone ed Emanuele Petrella di IndieWatch.
- "Fragile Mosaico", il crowdfunding su Produzioni dal Basso per supportare il reportage multimediale dal Libano e il nuovo documentario: http://sostieni.link/17836
Nell’ambito del progetto di comunicazione e ricerca “Fragile Mosaico” un gruppo di operatori legali ha raggiunto Beirut nella giornata del 6 maggio al fine di poter monitorare e raccogliere elementi che possano dare un quadro della situazione in Libano per quanto concerne la tematica legata al riconoscimento e alla tutela della protezione internazionale per quelle persone provenienti dalla Siria (e non solo) che, in fuga dalla propria terra, hanno cercato rifugio in altro Paese.
Un monitoraggio strategicamente importante che interviene durante il periodo elettorale e che vede il paese (dopo ben nove anni) ripresentarsi alle urne al fine di dare un senso politico alla complessa situazione che si trova ad affrontare quotidianamente, situazione resa ancora più complessa data la coesistenza di credi religiosi diversificati e con idee spesso in conflitto.
In tale contesto di apprensione e tensione politica le questioni riguardanti lo status dei richiedenti protezione internazionale e la loro condizione sociale all’interno della società libanese, hanno un ruolo marginale nell’agenda politica dei diversi schieramenti, generando di conseguenza una tensione nel “nostro Vicino Oriente” che non sembra attenuarsi.
Il nostro team di operatori - composto da Armando Oricchio, Fabrizia Camplone ed Emanuele Petrella (di IndieWatch) - nella fase di preparazione alla ricerca ha costruito, elaborato e condiviso, strumenti per la rilevazione di elementi conoscitivi atti a dare un senso maggiormente compiuto alle questioni che riguardano il diritto alla protezione internazionale per tutti i “profughi” che vedono messe in pericolo le loro vite e quelle dei loro familiari.
Il team inoltre intende ricercare elementi che possano far emergere l’indirizzo politico dei fondi europei e internazionali (fondi per la cooperazione) dedicati all’implementazione di processi e di progetti finalizzati alla riattivazione di un territorio martoriato, ma da cui traspare un alto e profondo senso di dignità della popolazione, indipendentemente dalla propria appartenenza di credo religioso e/o di provenienza.
Gli strumenti che sono stati elaborati nascono con l’obiettivo di poter essere utilizzati per una diversa tipologia di “destinatari e portatori di interesse”, in particolare si tratta di strumenti atti a ricercare informazioni utili sia presso organizzazioni non governative, agenzie delle Nazioni Unite, progetti umanitari, organizzazioni della società civile, comitati di base e auto-organizzazioni, sia presso i “diretti interessati” cioè coloro che hanno bisogno di una forma di protezione.
In questi tre giorni – fitti di appuntamenti e incontri con diverse realtà – il nostro team ha potuto conoscere il territorio sul quale intende operare ai fini di studio e approfondimento di tematiche legali: un territorio denso di contraddizioni, vuoti legislativi, caratterizzato da confini e “frontiere esterne” ma soprattutto confini e “frontiere interne”, non solo simboliche ma soprattutto materiali, rappresentate dal dispiegamento nella capitale Beirut e in tutto il territorio di fili spinati e check point, ed una presenza massiccia di forze dell’esercito libanese a presidio dei confini stessi.
Una città Beirut affascinante e ambivalente con le cicatrici di un passato non troppo lontano.
Dato il brevissimo tempo concesso e le tante e continue sollecitazioni che provengono da un territorio vivace e reattivo, la ricerca non potrà essere (e non conta di esserlo) esaustiva ma più che altro la base per una più sistematica e sistematizzata analisi nell’ambito della protezione internazionale.
Nelle prime tre giornate ci siamo confrontati con i rappresentati di: HUMAN RIGHTS WATCH, che ha una sede stabile nel centro di Beirut e fa attività di advocacy e monitoraggio, MEDITERRANEAN HOPE, OPERAZIONE COLOMBA, vari giornalisti operanti da diversi anni sul territorio, oltre a volontari italiani in servizio civile internazionale, servizio volontario europeo per diverse organizzazioni e cooperanti sul territorio.