«Dall’impianto gas e polveri» |
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.:Inviato Giovedì, 05 settembre 2002 @ 18:31:35 da titiro |
Setteville Nord, denuncia contro lo stabilimento di bitume. Con una lettera all’Asl i residenti di via di Arsoli e di via Jenne chiedono un sopralluogo
Un tranquillo centro abitato disturbato dalla presenza di un impianto di produzione di bitume per manti stradali. Un problema che, nonostante i continui esposti presentati in dieci anni, da un folto gruppo di abitanti di Setteville Nord, a due passi dalla via Tiburtina, non trova ancora un'adeguata soluzione.
Ad essere esasperati dalle continue emanazioni di cattivo odore e di polveri provenienti dall'attività di combustione della struttura sono soprattutto i residenti di via Arsoli e via Jenne, gente che ha scelto di vivere in quel posto proprio per non avere niente a che fare con lo smog e con il caos urbano. La richiesta di un sopralluogo presso l'impianto, inoltrata al Servizio Vigilanza Igiene Pubblica dell'Asl Rmg - la lettera, per conoscenza, è stata inviata anche all'amministrazione e ai carabinieri delle stazioni locali - è l'ultimo atto di una vicenda che, a detta degli abitanti, si trascina da oltre 15 anni. Finestre serrate, porte chiuse e biancheria stesa in determinati orari per evitare che si riempia di polvere: questi i rimedi adottati per convivere con il problema. «Mi alzo molto presto - dice Aldo Favaretto seduto all'ombra di un albero di fico davanti alla sua casa, in via Jenne - e la puzza comincia a sentirsi già alle sei del mattino e questo succede dal lontano 1974: da allora, nonostante le nostre proteste, niente è cambiato». «E pensare - aggiunge Daniele Bertani, un altro residente - che abbiamo fatto tanti sacrifici per venire a respirare questa aria inquinata che non ci dà tregua già dalle prime ore del giorno». Dura la replica dell'amministratore della società che gestisce l'impianto: «La gente dovrebbe pensare alle fogne a cielo aperto e al problema dell'acqua di questa zona piuttosto che protestare contro chi lavora seriamente».
«Siamo continuamente soggetti a controlli da parte degli ispettori dell'Asl - dice l'uomo che ha preferito mantenere l'anonimato- e lo scorso anno un loro errore ha causato la chiusura della società precedente per alcuni mesi ma un ricorso al Tar ci ha dato ragione perché da 35 anni l'impianto viene gestito in modo assolutamente regolare e i nostri documenti lo provano».
(da Il Messaggero del 05/09/02)
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