Muore per una bronchite acuta |
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.:Inviato Martedì, 03 settembre 2002 @ 18:43:45 da titiro |
Castel Madama: l’uomo era stato dimesso dal Pronto soccorso. Due giorni con la febbre altissima, poi la visita dai medici di Tivoli. Dopo 36 ore è spirato. Eseguita l’autopsia
«Non si può morire di bronchite acuta. Forse poteva essere salvato: aveva febbre altissima, lo abbiamo portato al pronto soccorso di Tivoli. E' stato visitato e subito dimesso. Dopo 36 ore è spirato. Aveva solo 61 anni». Cinzia non ha più lacrime, ma vuole capire perché suo padre, Vincenzo Morelli di Castel Madama, è morto il 29 agosto scorso su un'ambulanza del 118 che lo stava trasportando, ormai in fin di vita, al San Giovanni Evangelista.
Meno di due giorni prima i medici dell'ospedale gli avevano diagnosticato solo un'infiammazione dei bronchi. Con il fratello Maurizio ha firmato un esposto denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli. Perché si faccia piena chiarezza su quella che definisce «l'odissea sanitaria di un uomo sportivo e pieno di vita degna di un paese del terzo mondo, e non di una nazione civile in cui dovrebbe essere tutelato il diritto alla salute».
«Dagli atti interni e dalla cartella clinica - ribatte il direttore sanitario della Asl, Ulrico Angeloni - risulta che gli accertamenti sono stati effettuati correttamente. Il paziente, nel pronto soccorso, è stato sottoposto ad una visita accurata ed ad a una lastra al torace. Era già in terapia antibiotica ed in condizioni discrete. Per questo è stato dimesso per continuare le cure con il medico di famiglia. Il cadavere è stato sottoposto d'ufficio ad autopsia, e solo dai risultati delle analisi si potrà verificare se erano presenti delle patologie diverse». Vincenzo Morelli, ex calciatore del Lussemburgo negli anni 60, pensionato comunale ed appassionato di equitazione, fino a due settimane fa era un uomo giovanile e sempre con il sorriso sulle labbra. Pazzo per la nipotina di nove mesi, era appena tornato dalla montagna con il suo cavallo. «Poi - racconta la figlia - è cominciata la febbre: altissima, oltre 39. Abbiamo chiamato il sostituto del medico del paese, e gli ha prescritto degli antibiotici. Ma stava sempre peggio, quasi non riusciva più a parlare ed a camminare. Io stessa l'ho accompagnato al pronto soccorso di Tivoli. Era il 27 agosto: alle 13.57 lo hanno fatto entrare ed alle 16.27 era già fuori. Con una diagnosi di "bronchite acuta con proseguimento ed aggiornamento della terapia dal medico di famiglia».
Ma, nonostante le cure, peggiorava: non riusciva più a connettere. La mattina del 29 agosto ho chiamato il 118: non sappiamo se c'era un medico a bordo, e quando, intorno le 8 è arrivato in ospedale, era già spirato. E' stata effettuata l'autopsia, nonostante noi volessimo che ci fosse un consulente di parte». «I familiari- dice il legale, Livio Proietti- hanno deciso subito di esporre tutto alla magistratura. Vogliono capire se l'assistenza prestata al loro caro sia stata adeguata o se la diagnosi in ospedale è stata effettuata con "leggerezza" Gli atti sono ora a disposizione del sostituto procuratore Andrea Sclafani». «Questa vicenda- conclude l'avvocato Proietti - presenta diverse situazioni che debbono essere chiarite. Confidiamo pienamente nell'operato della magistratura».
(da il Messaggero del 03/09/02)
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