Aniene, una fogna a cielo aperto |
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.:Inviato Martedì, 06 agosto 2002 @ 12:33:46 da titiro |
Un dossier presentato da Legambiente fotografa l'antico fiume che si congiunge col Tevere. Carcasse di automobili, tonnellate di immondizia convivono con una fauna suggestiva e antichità romaneSacchetti di spazzatura, canali di scolo, un germano reale, un'automobile con le quattro ruote che fuoriescono dal pelo dell'acqua, un airone, un topo (legittimo abitante del luogo certamente più dell'automobile), un paio di motorini, frigoriferi vecchi, poltrone che galleggiano in mezzo a qualche pesce. Sembra l'ufficio oggetti smarriti e dimenticati e invece è l'Aniene, antico e glorioso corso fluviale sin dall'Antica Roma e oggi malato cronico a causa dell'imperizia umana. Il fiume accusato, un po' impietosamente di essere il killer del Tevere. "I pesci morti nel Tevere provengono da qui", dice convinto un agricoltore di queste parti. Uccisi in questa fogna a cielo aperto che tuttavia, nonostante la devastazione degli uomini, mantiene ancora vivo l'aspetto naturale immerso tra storici ponti, come il Nomentano e il Tazio e antiche vestigia romane. Il viaggio negli inferi, diciamo così, è stato organizzato da Legambiente Lazio in collaborazione della Lega Sport d'Acquaviva/Uisp Roma.
Scopo: effettuare un monitoraggio dopo la mezza tonnellata di pesci venuti a galla nelle scorse settimane sulle rive del Tevere. A bordo di alcuni kayak e un catamarano, gli ambientalisti hanno percorso dieci chilometri di fiume da Montesacro a Capoprati. Oltre ai quintali di rifiuti, bottiglie e sacchetti di plastica che in alcuni tratti creano delle vere e proprie dighe, l'odore nauseabondo di ben sei scarichi abusivi, oltre all'oggettistica varia che fa bella mostra di sé sul pelo dell'acqua, sulle rive del fiume sono stati scoperti persino uno sfasciacarrozze e un deposito di materiali edili. Con l'inevitabile inquinamento provocato da questo tipo di attività. Come se non bastassero gli scarichi industriali che si riversano nell'Aniene dalle fabbriche della vicina via Tiburtina.
Alla fine, Legambiente ha contato, nel solo tratto ispezionato, sei scarichi, due automobili, un motorino, due dighe di spazzatura, captazioni d'acqua abusive, decine di alberi crollati nel fiume. Per non parlare del chilometro di baracche a Ponte Flaminio e dell'enorme discarica abusiva, sotto Ponte Testaccio. Un vero e proprio elenco degli orrori che offende questo fiume che invece potrebbe rappresentare una risorsa fondamentale per l'ecosistema.
"E' un fiume abbandonato a sé stesso - dice Maurizio Gabbiotti, presidente di Legambiente Roma e Lazio - la depurazione è insufficiente, la pulizia e la manutenzione sembra risalire alla preistoria. Non si sa nemmeno chi se ne dovrebbe occupare. E' urgente potenziare da subito gli impianti depurazione e disinquinamento ambientale. La riqualificazione del territorio non può prescindere dal recupero dell'Aniene". A settembre verrà organizzato un tavolo di lavoro dal prefetto di Roma, con le associazioni e gli enti locali per trovare una soluzione urgente al fiume malato. "Noi chiediamo che il tavolo rimanga permanente - conclude Gabbiotti - e sia allargato a chi vive e si occupa del fiume, dai pescatori, ai canoisti, alle associazioni ambientaliste".
A chi ama e vive questo fiume considerato di serie B.
(da ilnuovo.it)
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