Le consolari raccontano Roma |
|
.:Inviato Giovedì, 25 luglio 2002 @ 12:36:59 da titiro |
Una mostra ripercorrerà da domani la storia, le leggende e le vicissitudini delle sei arterie capitoline. Strade secolari che l'incuria non ha privato del loro fascino."Oggi ho visto la Ninfa/Egeria, poi il circo di Caracalla/ i resti dei sepolcri lungo la Via Appia e la tomba di Metella/ che dà veramente l'idea/ della solida costruzione muraria/ Quegli uomini lavoravano/ per l'eternita ed avevano/ calcolato tutto meno la ferocia/ devastatrice di coloro che sono venuti dopo ed innanzi ai quali tutto doveva cadere".
Era estasiato il grande Wolfgang Goethe dinanzi alle vestigia dell'antichità romana e nel suo "Viaggio in Italia" (1786) riportava senza remore le emozioni suscitate dalle meraviglie di un mondo che continua a vivere e, contemporaneamente, il suo inesorabile degrado. Ma, nonostante l'incuria e il passare dei secoli, quei monumenti hanno varcato spesso incolumi la storia e si presentano ancora oggi in tutta la loro maestosità al visitatore che varca la soglia della Città Eterna. O meglio, le soglie. Perché le vie d'ingresso in città sono più d'una e da sempre hanno rappresentato un collegamento privilegiato con l'interno e il litorale, le grandi città e i piccoli comuni. Sono le sei vie consolari, così chiamate perché prendevano il nome dal console che le aveva promosse e costruite, quelle che i romani continuano a percorrere incessantemente così come i loro predecessori secoli fa. Sono le strade della storia, delle catacombe, dei mausolei, delle ville, ma anche del folclore popolare e delle leggende che stratificazioni di epoche e di popoli non hanno cancellato.
E' tutto questo "Le strade che portano a Roma", l'esposizione che da domani sarà allestita al Vittoriano per ripercorrere, attraverso fotografie, vecchie immagini, oggetti lì rinvenuti e mappe d'epoca, l'evoluzione e le innumerevoli trasformazioni della via Aurelia, dell'Appia, della Clodia, della Flaminia, della Cassia e della Tiburtina. Vie che collegavano l'Urbe con tutta la penisola e oltre, attraverso migliaia di chilometri, tracciate e mantenute costantemente efficienti per scopi eminentemente militari, ma anche commerciali e religiosi. Strade monumentali che in prossimità della capitale diventavano viali alberati, fiancheggiate da sepolcreti, statue, ville, cappelle e templi che rendevano suggestivo e gradevole il viaggio. La quotidianità domina questo percorso, realizzato e raccontato dalle stesse pietre, dalle locande che sorgevano tutto intorno, dai mezzi di trasporto dei tempi passati. Storia, leggende, curiosità, iconografia.
E' la vita ad animare questo studio compiuto per strada e nei musei capitolini (Museo della Civiltà Romana, Museo di Roma, delle Arti e Tradizioni Popolari, Comunale di Arte Moderna e Contemporanea, Capitolini, Nazionale Romano, Gabinetto Nazionale delle Stampe, Palazzo Iacobini di Genzano). Studio che le cinque sezioni espositive in cui la mostra è suddivisa (Andando per via; Locande, stazioni di posta e mezzi di trasporto; Sulle tracce del basolato Sulle vie dei laghi e del mare; Ville e castelli) ripropongono fino al 15 settembre. Documenti, raffigurazioni artistiche, reperti archeologici, plastici per illustrare nei dettagli le variegate vicende cui andarono incontro le strade che fin dall'antichità si dipanavano dal Foro di Roma. Immagini ed oggetti offrono ai visitatori la possibiltà di vedere tutte insieme le catacombe di Panfilo, di Bassilla, di Massimo, di Trasone (o Sanctum Saturninum) dei Giordani e, soprattutto, di Priscilla, in cui furono sepolti molti papi (Marcellino, Marcello, Silvestro, Siricio , Celestino e Vigilio) per ripercorrere la via Salaria, la villa di Livia, Malborghetto per la Flaminia, Porta San Pancrazio, Villa Pamphili, la torre di Maccarese, eretta per proteggere il castello dagli attacchi dei saraceni, le ville di epoca repubblicana che si estendono fino a Palidoro, Ceri, Santa Marinella per l'Aurelia.
E poi Villa Adriana, Villa d'Este, i resti e i ciottoli della strada che congiungeva Roma a Tibur (Tivoli), da cui la Tiburtina attinge il nome e dell'Appia, la strada costruita da Appio Claudio Cieco e che in passato rappresentava un'alternativa alla via Latina. Un ampio spazio all'interno della mostra è riservato a foto e filmati d'epoca. Pannelli scenografici poi illustreranno tradizioni, leggende, curiosità, vicende di personaggi illustri, famiglie nobili, pontefici.
"Le vie che portano a Roma"
Complesso del Vittoriano
Dal 26/07 al 15/09
Ingresso gratuito
Info: 06-3225380
(di Maria Teresa Cinanni da ilnuovo.it)
|
| |
Gradimento Articolo
|
Media del Punteggio: 0 Voti: 0
|
|