Bocciati i prelievi dall’Aniene |
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.:Inviato Giovedì, 27 giugno 2002 @ 12:41:08 da titiro |
Crisi idrica: il prefetto non ritiene attuabile il progetto del Simbrivio. La proposta viene comunque tenuta “di riserva” nel caso manchino alternative per far fronte alla grave siccità
L'ipotesi d'immettere l'acqua del fiume Aniene nelle condotte del Simbrivio per un uso non potabile, allo scopo di fronteggiare l'emergenza idrica, è quasi tramontata. Il prefetto di Roma Emilio Del Mese,infatti, la giudica «illogica», mentre tanti sindaci e "addetti ai lavori" la ritengono l'ultima spiaggia per evitare conseguenze igieniche e di ordine pubblico. «Non si riuscirebbe mai a informare completamente le popolazioni - spiega Del Mese - e si potrebbero avere anche problemi d'inquinamento dell'acquedotto. Ma se i tecnici del Simbrivio - aggiunge - diranno che è l'unica soluzione, alla fine si farà».
Il prelievo, secondo i piani del consorzio, verrebbe fatto e immesso nelle tubature proprio davanti alla sorgente del Ceraso, dove chi conosce la zona, sa che l'acqua è limpidissima come di più, forse, non potrebbe essere. Tra l'altro, esiste un precedente: l'operazione fu già attuata circa venti anni fa e, pare, tutto filò liscio. Il fiume è ancora lì, non è scomparso e resta, almeno nel primo tratto, uno dei corsi d'acqua più suggestivi d'Europa. Intanto, però, contro nuove captazioni dalle sorgenti dell’Aniene per rifornire le condotte del Simbrivio, si è pronunciato anche il Wwf Lazio, con il presidente Raniero Maggini: «La crisi - afferma - va affrontata con soluzioni responsabili e di lungo periodo, senza appellarsi a un demagogico stato di calamità naturale per aprire nuove captazioni».
Dopodomani il Consiglio dei ministri, con tutta probabilità, dichiarerà lo stato d'emergenza nell'area del Simbrivio (dove il flusso è già ridotto del 40%), ma per luglio e agosto non si farà in tempo a superare la grave crisi idrica che affligge mezzo milione di utenti, con nuove risorse. «Ricorreremo alle autobotti - spiega il prefetto - e poi tra un mese partiranno gli interventi per le fonti alternative, prima di arrivare a definire l'intero programma per garantire più efficienza all'acquedotto».
Il quadro, però, è sempre più complicato. Molti comuni sono con i rubinetti a secco e migliaia di persone già vivono nella morsa della grande sete, con disagi e proteste nell'intera area del Simbrivio, che conta 48 comuni in provincia di Roma. «La vicenda del Simbrivio - dichiara l'assessore regionale ai Lavori pubblici Francesco Aracri - è la più critica. Oltre alla carenza d'acqua c'è un problema di manutenzione della rete, con forti dispersioni. La Regione ha messo in piedi un piano di ristrutturazione delle tubature e di realizzazione di nuovi pozzi». Al Simbrivio, però, fanno sapere che le perdite non superano il 5 per cento e che l'acquedotto è tenuto sotto costante controllo. Guido Milana, vicecommissario del Consorzio e sindaco di Olevano (uno dei centri più angosciati dalla mancanza d'acqua, dove si attuano i turni), aggiunge: «Stiamo definendo tutte le soluzioni tecniche possibili. Aspettiamo il Consiglio dei ministri per avviare le opere di captazione e dare, entro agosto, le prime risposte concrete. L'invito, in questo momento, è di chiudere tutte le fontane pubbliche e reprimere gli abusi, adottando tutti i provvedimenti tesi al massimo risparmio d'acqua potabile». Anche la fonte del Ceraso dà segnali di crisi e a giorni il flusso potrebbe subire altre riduzioni.
(da Il Messaggero del 26/06/02)
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