Già
era accaduto in passato e spesso, nelle traversate aeree da Palermo a Tortuga,
di scambiare piacevoli conversazioni con altri passeggeri (soprattutto padri,
madri, nonne, nonni, fratelli e sorelle di nascituri che tornavano da Palermo
dopo il lieto evento visto l’impossibilità di vivere questo evento proprio a
Tortuga per mancanza di presidi adeguati ospedalieri e mancanza di servizi) ma
anche con staff di volo (stuarts e hostess).
E
proprio in queste traversate ho avuto il piacere di conoscere il giovane Xander[1], padre
di famiglia (con moglie e splendida figlia) e impegnato nella tratta aerea tra
Palermo e Tortuga per il trasporto delle persone dall’Isola Madre (ancora non
terra ferma) all’Isola Figlia delle Tartarughe. Tante le traversate e la
relazione con Xander si è andata sempre più a consolidare, soprattutto si è
andata a consolidare una reciproca stima e una reciproca curiosità di
conoscersi soprattutto da parte sua che mi chiedeva di continuo come mai
tornassi così spesso a Tortuga e la motivazione legata al trovare amici
sembrava non reggere più.
È
stato cosi che tra una traversata e l’altra ho raccontato i motivi che mi
spingevano così spesso ad andare in quel di Tortuga, certo c’era anche (e molto
forte) il motivo di andare a trovare Donno Salvo e Donna Crì (carissimi amici e
compagni di ventura) ma anche conciliare con viaggi di senso che mi
permettessero di vedere e osservare quel che accadeva nell’isola detentiva,
nell’isola che sempre più si andava caratterizzando come immenso carcere dove
veniva negata la libertà di circolazione a persone.
Deciso
quindi. Dopo tante e diverse chiacchierate veloci ed estemporanee decidiamo con
Xander di vederci con calma in qualche bar di Tortuga magari lontano da occhi
indiscreti per approfondire alcuni temi, alcune possibili narrazioni, la
sensazione è quella che l’interesse reciproco è cresciuto. Lui è in possesso di
informazioni che potrebbero interessarmi, io sono in possesso di relazioni che
potrebbero interessargli.
Scegliamo
data, orario e luogo dell’appuntamento. Un bar a Tortuga abbastanza discreto (o
meglio così pensiamo e chiaramente erriamo!). Io avrei voluto poterlo
registrare ma mi sono dovuto limitare a prendere appunti alle tante
informazioni che mi dava di continuo e in maniera puntuale con ricchezza di
particolari (particolari non certo edificanti). Però nessuna registrazione.
Appena ci siamo accomodati, per iniziare con un caffè (e l’incontro … più di
due ore … è finito con aperitivo a Corona Condita), ecco incominciare una
staffetta di turnover di passaggio da parte di diverse pattuglie di forze
dell’ordine e di forze armate (carabinieri, polizia, finanza, esercito, …). Lui
mi assicura che quello non è un bar frequentato dalle “forze” e questo
“fortemente ci inquieta”. Allora decisione condivisa via computer e via registratore,
via la tecnologia. Chiacchieriamo come due vecchi amici che è meglio. Un
taccuino utile e fedele compagno vicino, penna alla mano e partiamo!
Inizio
io a tartassarlo di domande. In particolare voglio capire quale è il “servizio”
che Poste Italiane svolge per quanto concerne le persone trattenute a Tortuga
che debbono essere trasferite. Quale il suo ruolo, la sua funzione ma
soprattutto mi piacerebbe sapere quello che ha visto e quello che vede visto
che il suo lavoro è fare da accompagnatore nel corso delle “tratte aeree” da
una terra semi ferma quale è la Sicilia ad una terra sospesa nel suo
implacabile immobilismo, immobilismo strutturale, geografico, simbolico, agito.
Evidentemente il discorso interessa anche Xander che si spinge anche a
raccontare il lavoro che svolgeva precedentemente sempre come “accompagnatore
di tratta aerea” ma per tratte assai più lunghe.
Ma
prima del mio martellante, anzi “modalità goccia cinese”, di chiedere e
domandare, lascio a lui la parola. Come dire gli faccio capire cosa vorrei
sapere, gli do la cornice e il contenuto a cui sono interessato ma prima di
entrare nel merito del “mio” chiedo a lui di dirmi del suo.
Anche
“il suo” è molto interessante ed è molto collegato a quello che è “il mio
interesse”. Xander mi incomincia a narrare di come funziona il servizio di
trasporto “CARGO e PERSONE” che Poste Italiane svolge per la tratta Palermo –
Isole. Interessante perché – entrando nel dettaglio – mi spiega di regolamenti
operativi interni di funzionamento, mi parla di bando europeo con finanziamento
pubblico di diversi ma tanti e diversi euro per garantire il servizio, mi parla
di partecipazione al bando secondo le regole selvagge del libero mercato e mi
dice di come tutto sia a rischio ora. Infatti il bando di circa 35.000.000,00
di euro e spicci per tre anni fa gola a realtà aziendalistiche (compagnie
aeree) anche e più o meno grandi. Mi riferisce di accordi tra compagnie al fine
di non perdere il servizio e di come le stesse compagnie si accordino per
portare avanti tale servizio “spezzettandolo” e ridistribuendosi sub-servizi.
Compagnie aeree sconosciute che – non me lo dice ma me lo fa capire – sono
compagnie cellula di altre più grandi. Insomma il giro di soldi è importante e
significativo ed è un giro di soldi per garantire uno non isolamento “delle
isole”, garantire la “continuità territoriale” mentre sembra chiaro (sia alle
tasche che alla geografia e a quel che accade nella realtà) che l’isolamento è
innato, connaturato e comodo per tanti aspetti. Un aspetto: CREARE IL PIU’
GRANDE SPAZIO DI LIMITAZIONE DELLA LIBERTA’ DI MOVIMENTO UMANA IN ITALIA (ndr:
sperimentazioni pericolose, disumane e illegittime, una Guantanamo in pieno
Mare Nostrum). Il discorso di Xander mi appassiona perché incomincio a pensare
fortemente le cose che ci stiamo raccontando o meglio che lui mi sta raccontando
e che io cerco di catturare, memorizzare e metabolizzare, è di un interesse
impressionante. Incomincio a comprendere che gli elementi economici di una
società (interessi?) si intrecciano con gli interessi pubblici per garantire
servizi alla cittadinanza (continuità territoriale la chiamano) e in questo gioco
di intrecci e di relazioni aggrovigliate fortemente trova spazio la possibilità
di inserire altri “servizi” finalizzati a considerare come valori aggiunti e
risorse elementi quali l’isolamento e predisporre quindi ulteriori servizi che
possano supportare e far sopportare l’idea che “la creazione di uno spazio
detentivo in quel di Lampedusa non solo è possibile ma auspicabile visti gli
elementi favorevoli geografici e non solo. Di tanto in tanto con Xander
(giovane papà assolutamente critico e dal pensiero indipendente) si riflette
poi su gli effetti su Lampedusa, ops Tortuga, sui suoi abitanti, sull’economia
ordinaria di tutti i giorni e sui nuovi seppur temporanei residenti. Tortuga
vive per cinque – sei mesi almeno di
turismo. È un’isola straordinaria. Bellissima. Più Africa che Italia ed
Europa (mi spiegano che le coste verso l’Europa non sono accessibili, sono
rocciose, sono impervie e pericolose da transitare come approdo mentre quelle
verso l’Africa sono dolci e “accoglienti” per un possibile approdo). Ma gli
altri sei mesi cosa accade all’economia di Tortuga e ai servizi in essere.
Possiamo immaginare magari prima il nulla ora … da qualche tempo ad ora …
rivitalizzata nei restanti 6 mesi. Rivitalizzata da mezzi blu, grigi, neri, “a
chiazze verde-giallo-marroni” di trasporto persone, di persone vestite come i
colori dei mezzi, un traffico che quasi agli occhi risulta come un inquinamento
cromatico perché troppo indirizzato sempre e soltanto sugli stessi colori. E poi sicuramente ingressi economici
per quei mesi in cui l’isola sembra non poter offrire nulla, allora bar,
alberghi e servizi altri offrono le proprie prestazioni per vitto, alloggio e
accessori per le persone “sub-cromatiche”. Non male il tutto. Ma intanto
importante non andare ad intaccare quegli elementi-risorsa che rendono Tortuga
un posto ideale per “isolamento” quindi promozione della cultura e della
partecipazione viene contenuta (pochissime le persone resistenti che tentano ancora
di tener viva una spinta dal basso, spazi di vita comune rarissimi, resiste la
biblioteca), alcuni servizi meglio non attivarli (presente un presidio
sanitario ma le giovani coppie che progettano una vita insieme e magari un
figlio sono costretti ad una migrazione costosa verso la terra semi-ferma sino
al lieto evento). E questi elementi sono solo una parte di una superficiale
analisi che possa in qualche maniera dar ragione di “consolidamento di elementi
di isolamento”. Ma le persone sub-cromatiche (probabilmente stipendiate come se
fossero in missione) sono li per una ragione. Da diversi anni ormai infatti
presente in Tortuga lo “spazio detentivo e di limitazione libera mobilità umana
meglio conosciuto come HotSpot”.
Le
narrazioni reciproche si infittiscono e spesso le immagini riportate non solo
sicuramente edificanti. Xander racconta di giovani (più o meno giovani) visti
salire sull’aereo con evidenti segni di percosse, magari percosse eseguite
chiaramente lontano da occhi indiscreti. Spesso accompagnati con rapporto di
due, tre uomini in divisa sub-cromatici e una “persona da accompagnare”. Fa
parte di una direttiva operativa mi spiega infatti possono esserci diverse tipi
di azione alcune prevedono la presenza di uomini sub-cromatici (DEPA) altre
invece no e vengono quindi affidati al personale di volo (DEPU). Destinazione?
Palermo a volte ma a volte anche verso città dell’Africa del nord. L’immagine
che rimanda è di vere e proprie deportazioni a volte più numerose a volte no, a
volte “accompagnamenti” anche di singole persone. Xander parla anche degli
uomini sub-cromatici che sente parlare quando tornano a casa o quando vengono
da casa, per periodi contenuti di riposo. A volte li vede e li sente stanchi e
provati a volte li sente invece li sente che si confidano dichiarandosi
reciprocamente un patto lavorativo che comunque comporta guadagni non
indifferenti. Li sente commentare che ci sono stati arrivi legati ad amnistie
in quel della Tunisia che ha fatto si che cancelli di carceri si siano aperti quasi
fosse un dispetto a un disatteso accordo con i governi della vicina Europa. Riferisce
comunque di un’area pesante, un’atmosfera pericolosa che sembra essere preludio
ad una bomba in attesa di esplodere. Un’atmosfera pesante che percepisce anche
nell’isola, una pesantezza che sente anche nelle parole e in stati d’animo
delle persone che vivono e abitano Tortuga, persone che sono a volte “colpite”
da piccoli furti o piccole azioni di non cura della proprietà privata altrui.
Xander vede in questi atti più che reati delle prassi di chi costretto a essere
immobilizzato nell’isola cerca un minimo di vita normale, è l’espressione di
persone che vorrebbero tornare a vivere e ad essere libere.
Lui
da simil forestiero sente e percepisce qualcosa di non sereno. Ormai sono
diversi anni che Xander abita più o meno abitualmente Tortuga. È strano e
particolare sentir parlare così Xander, e la stranezza riguarda la percezione
che mi rimanda di una consapevolezza di quel che accade e che quel che accade
dipende ed è influenzato in maniera impressionante da quel che accade sopra le
teste di noi comuni mortali, ad un livello presso il quale si decide sulle vite
delle persone con scarso senso di umanità oltre che di miopia politica. Xander
parla anche delle sue esperienze del 2003 quando era coinvolto suo malgrado –
sempre come involontario accompagnatore di volo – di persone che dalla Libia
addirittura venivano “forzatamente e violentemente” rimpatriate dalla Libia al
BurchinaFaso o in altri paesi d’Africa. Affiorano alla mente di Xander immagini
non proprio piacevoli.
Le
narrazioni e la chiacchierata si prolunga e di molto, passano diverse persone
dell’isola, passano diversi uomini sub-cromatici con la loro divisa, noi
continuiamo a chiacchierare sino a quando Xander dice che è a rischio il suo
lavoro in quanto la compagnia di Poste Italiane (Mistral) sembra non essere più
interessata al trasporto delle persone ma interessata a cedere questo servizio
(remunerativo decisamente) ad altre compagnie e che sembra essere interessata
solo alla gestione del trasporto “CARGO”. Xander è preoccupato perché non sa quello che sta
accadendo e in questa precaria sensazione di non capire quello che sarà il suo
futuro mi chiede contatti di giornalisti per far conoscere la sua e la situazione
di altri suo colleghi. Si Xander con la sua consapevolezza e la sua umanità non
sta capendo cosa accade.
Si
è ormai fatta una certa ora … e dobbiamo salutarci … ci riproponiamo di vederci
ancora. Nonostante la pesantezza dei contenuti della conversazione si è
manifestato un piacere reciproco di conoscenza. E la cosa che ci rimane
taciuta, silenziata ma condivisa è la non comprensione e la non volontà di
vedere come si possa passare sopra diritti e sopra le persone calpestando
umanità. In volo … senza diritti … sia per chi è accompagnato sia per chi
accompagna. La tutela dei diritti sembra essere ormai attività desueta e
cancellata.
A
presto Xander e grazie del tuo prezioso tempo dedicato.
Marzo 2018 …
anonimoMaNontroppo