Perito caso D'Antona trovato morto |
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.:Inviato Venerdì, 05 aprile 2002 @ 18:30:57 da titiro |
Montecelio: ha i contorni del giallo la morte di Michele Landi superesperto di informatica ritrovato impiccato nella sua abitazione. Gli investigatori che lavorano sul caso Biagi: "Questo non è un suicidio".Una morte misteriosa. Ha i contorni di un giallo la morte di Michele Landi, 36 anni, il super esperto di informatica, perito per il caso D'Antona, trovato impiccato verso le 22 di ieri nel suo appartamento in via Lucera, dove abitava da un anno e mezzo, nel borgo di Montecelio a Guidonia, vicino la Capitale. Il corpo è stato scoperto dai carabinieri della compagnia di Tivoli su segnalazione della fidanzata che, arrivata a Montecelio, ha trovato la porta chiusa, la luce accesa e la finestra dell'appartamento aperta, senza ottenere risposta, nemmeno attraverso il telefonino. I primi a non credere alla possibilità che Landi si sia tolto la vita da solo sono gli uomini del Gat, il Gruppo anticrimine tecnologico, che stanno dando la caccia al mittente delle e-mail di rivendicazione dell'omicidio di Marco Biagi. Della morte di Landi, che lavorava a stretto contatto con loro, dicono: "Questo non è un suicidio" .
Landi aveva al collo una lunga corda (ha usato un metro e mezzo di un cavo lungo 30 metri) legata alla scala che porta al piano superiore. Gli investigatori non hanno trovato messaggi. Stando ai primi accertamenti, non avrebbe dato segni di depressione negli ultimi tempi. La fidanzata, che i carabinieri hanno ascoltato a lungo (e subito dopo anche alcuni amici e l'ex fidanzata), ha escluso che fosse depresso. Lei, che abita a Roma, frequentava spesso la casa ma non vedeva da qualche giorno Landi, che era bloccato da una distorsione alla caviglia. Il suo ultimo contatto con l'esterno è stato alle 4,30 di giovedì, quando ha inviato una mail a un amico. Poi ha spento il cellulare e non ha più risposto alle chiamate al telefono di casa, comprese quelle della fidanzata. La morte, è avvenuta più tardi, intorno alle18. L'indagine per ora resta sulla pista del suicidio.
L'esperto informatico abitava in una zona residenziale molto tranquilla, tutte case con entrata indipendente. Una strada silenziosa dove, dicono i vicini, "è facile persino riconoscere i passi di chi la percorre". Nel vicinato nessuno aveva particolare rapporti di conoscenza con l'uomo, che si era trasferito nella zona di recente. "Ci si limitava a buongiorno e buonasera - dice Pierina Mari, che abita un portone più in là - una persona molto riservata. Vedevo spesso la sua fidanzata".
Landi era responsabile della divisione Information tecnology della Luiss Management, scuola di specializzazione dell'omonima università, e dai suoi colleghi è ricordato come "genialoide, al pari di tutti gli informatici". Malgrado la sua giovane età si era guadagnato, dopo una breve ma significativa esperienza a capo di una azienda e come direttore di una rivista di settore, una qualifica importante nell'ateneo della Confindustria. E proprio in forza di questa sua posizione e delle sue conoscenza era spesso usato dalle diverse procure e dagli organi di polizia che indagano sul mondo della rete. "Aveva rapporti con i servizi investigativi della Criminalpol ed aveva avuto conoscenza di molte indagini - spiegano ancora i docenti, suoi diretti superiori - ma non ha mai mostrato preoccupazione per questo". La natura "felice, spensierata", è testimoniata dal fatto che Landi era titolare di un brevetto da pilota e appassionato di barca. "Un innamorato della vita, uno di quelli che non ti aspetti che muoia".
Quello che hanno trovato i carabinieri di Guidonia è stato invece uno scenario diverso. Tanto che su indicazione del capitano Giuliano Palozzo sono stati posti i sigilli alla casa e sequestrati vari documenti, alcuni computer oltre a due portatili e al computer fisso trovati in casa. Tutto il materiale è stato consegnato al Racis, il reparto investigazioni speciali dei carabinieri della via Aurelia. Di recente il super esperto era stato intervistato più volte per dare una consulenza anche sull'omicidio di Marco Biagi. E, sebbene non ci sia stato ancora un contatto diretto tra gli inquirenti che indagano sui casi Biagi e D'Antona, i carabinieri stanno indagando anche in questa direzione.
Gli investigatori che l’hanno trovato ieri sera non si lasciano andare a commenti su alcune stranezze trovate al momento del rinvenimento del corpo. Le gambe di Landi, a quanto pare, non presentavano il gonfiore che sopravviene solo diverse ore dopo l’impiccagione. Qualche dettaglio non congruente anche nella posizione della corda che gli cingeva il collo. Lo stesso medico legale intervenuto sul posto ha atteso diverse ore prima di far rimuovere il cadavere per poter accertare a fondo questi elementi poco chiari.
(da ilnuovo.it)
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