Setteville: in piazza per vendere le braccia a giornata |
|
.:Inviato Giovedì, 28 marzo 2002 @ 16:33:20 da titiro |
Una piccola comunità, quasi tutti irregolari, che vive di lavoro alla giornata. Sono i moldavi che vivono sulla via Tiburtina, tra Setteville e la periferia romana.Il centro di incontro è il piazzale del grande centro commerciale che si affaccia sulla statale, ma soprattutto, di mattina presto a decine e solo uomini si danno appuntamento davanti il distributore dell'Agip. Aspettano i "caporali" che li caricano su un furgone per portarli a lavorare nei cantieri romani o dell'hinterland della capitale. Tutto rigorosamente a nero. «Non hanno niente, ma sono brava gente - dice padre Carlo, parroco della chiesa Santa Maria di Setteville - per un certo senso hanno rimpiazzato i rumeni ed i polacchi. Saranno un centinaio, si vedono qui da un paio d’anni, forse meno. Le donne trovano lavoro come cameriere nelle case, mentre gli uomini di adattano a tutto. Fanno i muratori, lavorano generalmente nell'edilizia, si sacrificano per le famiglie che lasciano in patria. E piuttosto di mandare a casa qualche lira dormono in rifugi di fortuna: capannoni industriali abbandonati o case diroccate». Ma è inutile cercare qualcuno che abbia conosciuto Pavel Triboi, il moldavo trovato morto martedì sera sulla via Tiburtina. Ieri i soliti punti di ritrovo erano deserti. Forse la notizie si è sparsa, e loro hanno paura di trovarsi di fronte ai carabinieri che potrebbero farli tornare a casa. Maria dice di essere ucraina, esce dal supermercato con due buste della spesa. Guarda la fotografia della vittima e dopo un attimo di silenzio dice «no, scusa, devo tornare dalla signora» E si allontana a testa bassa.
(da Il Messaggero del 28/03/02)
|
| |
Gradimento Articolo
|
Media del Punteggio: 0 Voti: 0
|
|