Sit-in dei lavoratori alla clinica di Colle Cesarano |
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.:Inviato Martedì, 26 febbraio 2002 @ 13:40:56 da titiro |
TIVOLI - Sit-in, ieri pomeriggio, dei lavoratori di Colle Cesarano, la struttura che ospita degenti con sintomatologie riconducibili alle malattie mentali. Per i 180 lavoratori che hanno manifestato davanti ai cancelli della clinica e per gli esponenti delle Rsu di base come delle confederazioni regionali di Cgil, Cisl, Uil, la situazione è di quelle che non possono far star tranquilli i lavoratori. Due, in particolare, per i sindacati gli aspetti che hanno fatto scendere in piazza i lavoratori. Il pagamento dei salari in ritardo e la mancata definizione della contrattazione decentrata che da un anno e mezzo si trascina in un braccio di ferro tra i rappresentanti delle maestranze e la proprietà.
«Quattro giorni di ritardo nel pagamento dello stipendio - ci dice una lavoratrice - forse possono sembrare non così tanti, ma chi ha impegni di mutuo o scadenze inderogabili e conta sul proprio salario si trova in una situazione, suo malgrado, di inadempienza». Anche sul problema della riqualificazione dei servizi c'è qualche discordanza. I sindacati hanno approvato, è vero, il piano di riqualificazione del personale ma, sempre secondo quelli che oggi hanno organizzato la protesta, non per tutti sembra sia partito quel piano di recupero di alcune figure professionali, come gli infermieri generici, che potrebbero rischiare anche di essere tagliati fuori con gravi ripercussioni occupazionali e la non garanzia dei posti di lavoro. D'altro canto la specialistica e l'innalzamento delle prestazioni e della qualità dei servizi dovrebbe essere l'obiettivo finale a cui la stessa azienda sembra aspirare dal momento anche che la diminuzione, nel tempo, dei posti letto passati da 265 a 180 può essere considerata ottimale per offrire una specialistica di alto livello.
Di contro una situazione lavorativa non facile, denunciano i lavoratori, con continue lettere di richiamo che invece di favorire il dialogo finiscono per inasprirlo e creare delle situazioni di tensione che anche se non si ripercuotono sui degenti finiscono per inficiare ogni miglioramento.
(da Il Tempo del 26/02/02)
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