ALLARME DELLA PROTEZIONE CIVILE A SETTEVILLE |
|
.:Inviato Giovedì, 07 febbraio 2002 @ 19:14:47 da titiro |
«La Chimeco è una bomba ecologica». Nello stabilimento chiuso da anni, abbandonati nei silos 2.500 metri cubi di rifiuti pericolosi
«C'è una schiera di silos e vasche pieni di 2.500 metri cubi di rifiuti liquidi abbandonati da anni». La denuncia arriva da Costando Di Paolo, dirigente della Protezione Civile-Volontari Valle Aniene Associati, che ha puntato l'indice sulla presenza dei liquami nell'ex stabilimento industriale "Chimeco".
Siamo al chilometro 18,300 dell'ex strada statale Tiburtina, nelle vicinanze della frazione di Setteville. «I rifiuti giacenti nei silos creano il deterioramento degli stessi con il rischio della rottura dei contenitori ed il conseguente possibile disastro ambientale ed i rischi connessi per le persone - afferma Di Paolo - ora sto preparando un documento che invierò alla Regione ed al Comune». Il complesso, ha ricordato, è stato chiuso nel 1992. Si occupava, attraverso procedimenti chimici, di rendere meno tossici gli scarti delle attività produttive. Si trattavano, soprattutto, rifiuti industriali.
Nell'89, però, i carabinieri della stazione di Bagni di Tivoli sorpresero alcuni operai a scaricare i veleni direttamente in un fosso. La vicenda approdò sui mass-media. Ci fu poi l'interessamento al caso della Commissione Parlamentare d'inchiesta sui rifiuti e l'intervento della Regione Lazio. Ma gli anni passano, come hanno fatto rilevare dal quartier generale del VV.AA., in via Lago dei Tartari, «ed i silos sono ancora lì. E' una sorta di bomba ecologica che rischia fare danni da un momento all'altro».
La situazione, preoccupante per com'è stata rappresentata, necessita di iniziative concrete, ed urgenti, atte a rimuovere possibili pericoli. C'è da segnalare, comunque, che venerdì scorso si è riunito il consiglio di circoscrizione di Setteville per discutere proprio della «questione Chimeco».
Il vice presidente dell'assise, Romitelli, ed il capogruppo di Alleanza Nazionale, Marsili, hanno ribadito l'opportunità di evitare «strumentalizzazioni» da parte dell'opposizione rammentando che, su richiesta dell'assessorato all'Ambiente del comune, è già stato riportato il tutto alla Regione. E da via della Pisana hanno risposto il ventinove gennaio.
«E' stato intimato alla società che attualmente gestisce lo stabilimento - ci spiega Marco Bertucci (An) - di provvedere allo smaltimento del materiale ancora contenuto nei silos». Bertucci precisa pure di avere «sollecitato» lo stesso vice presidente del consiglio regionale, Tommaso Luzzi, a seguire gli sviluppi di questa vicenda. Che desta timore nell'opinione pubblica per le eventuali ripercussioni che potrebbe avere sul territorio. Il senatore Mario Gasbarri (Ds), ha intanto presentanto un'interrogazione al ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, chiedendo l'immediato intervento del Nucleo Operativo Ecologico dei Cc «per accertare con precisione lo stato dell'azienda» e quello dei serbatoi.
Legambiente, di recente, ha evidenziato che, a cinque anni dal varo della legge Ronchi, la raccolta differenziata dei rifiuti raggiunge il 27% al Nord, nel Sud la percentuale scende addirittura al 4,7. L'obiettivo del 35%, da conseguire entro il 2003, appare sempre più lontano.
(da Il Tempo del 07/02/02)
|
| |
Gradimento Articolo
|
Media del Punteggio: 0 Voti: 0
|
|