
FERMENTI
2010 Anno Internazionale della Biodiversità
CANTINE SPAZI APERTI
Genazzano 17-18-19 settembre 2010
Alla sua quinta edizione Fermenti ha finalmente trovato il suo habitat naturale. Dopo le edizioni andate in scena negli stabilimenti della Cantina sociale di Genazzano e fra le sale del Castello Colonna, torniamo di nuovo nelle cantine di tufo che penetrano nelle viscere del borgo medievale da entrambi i lati. Confermata anche la formula dell'edizione 2009, dal circuito delle fraschette agli spettacoli itineranti, mentre sarà il tema dell'edizione 2010 che porterà le maggiori novità.
A MERENDA CON LA BIODIVERSITÀ Il 2010 è stato proclamato dall'ONU Anno Internazionale della Biodiversità e anche Fermenti dedicherà l'edizione 2010 a questo tema; tutti i pomeriggi ci saranno iniziative dedicate ma i rimandi saranno una costante dell'evento.
Venerdì 17 alle 18, in Piazza del Santuario, si aprirà con la premiazione del Concorso Fotografico per la Biodiversità e con l'inaugurazione della mostra delle opere partecipanti. Nella stessa piazza celebreremo il rito della merenda: il vino (ovviamente), la panzanella e la pizza bianca con fichi e prosciutto. Il rito verrà ripetuto anche durante gli incontri di sabato 18 e domenica 19.
Sabato 18 verrà presentato ufficialmente il progetto della Mutua delle sementi autoctone e contadine, il cui obiettivo è quello di creare una “banca” di sementi di piante autoctone e una rete di contadini dei Monti Prenestini e dell'Alta Valle del Sacco che si impegnino nella conservazione di queste specie attraverso la loro coltivazione e lo scambio di semi e talee. Saranno ospiti alcuni esponenti della Rete Semi Rurali provenienti da tutta Italia, a rappresentantare i gruppi di lavoro che hanno portato avanti con successo iniziative analoghe.
Domenica 19 in un convegno organizzato in collaborazione con il Centro Internazionale Crocevia, alcuni fra maggiori esperti italiani affronteranno l'argomento degli OGM e della biogenetica in agricoltura nell'ottica della difesa della biodiversità.
SUA MAESTÀ LA CANTINA Le cantine, ancora più numerose dello scorso anno, ospiteranno mostre, spettacoli e proiezioni (fra le altre: la retrospettiva dedicata al “Festival Internazionale Audiovisivo della Biodiversità”, la mostra dell'ARP Lazio “Natura Viva: la biodiversità del lazio” e le fotografie del gruppo Occhirossi).
Per tre giorni si trasformeranno in osterie e proporranno piatti della ricchissima cucina locale preparati con prodotti rigorosamente del territorio, inondati con il vino di Genazzano. Il costo di un pasto completo, 1 bottiglia di vino inclusa, sarà mediamente di 13€. Musica e spettacoli come digestivo e menù ricchi e vari in omaggio all'agrobiodiversità del paese, il cui territorio si estende dalle colline coltivate a vite e ulivo fino a degradare, fra orti e frutteti, ai pascoli sulle sponde di un fiume Sacco non ancora ucciso dai veleni che riceve più a valle. (IMPORTANTE le cantine non effettuano prenotazioni).
MUSICA IN MARCIA DAL MONDO Tanto ci sono piaciuti gli spettacoli itineranti dello scorso anno che abbiamo deciso di moltiplicare l'offerta. Quattro diversi gruppi suoneranno altrettanti stili e modi di fare musica provenienti da tutto il mondo. Direttamente da Surdulica (sud Serbia) arriveranno i trubaci della Sinisa Stankovic Orchestra, tra le più famose in Serbia. Il leader, già vincitore di due edizioni del Guca festival della truba (tromba), e la sua orchestra sono apparsi in alcuni dei capolavori del cinema balcanico che a partire dagli anno '90 hanno contribuito a rendere popolare il genere in tutto il mondo, uno su tutti “La polveriera” di Paskaljevic.
Dall'Europa all'Africa. I Tamburi di Gorée (Senegal) ci regaleranno i ritmi, le danze e i colori della tradizione musicale dell'Africa occidentale, quell'innata esigenza di comunicare le emozioni utilizzando l'energia fisica come prolungamento delle proprie vibrazioni interne che trova applicazione nell’antica tecnica musicale delle percussioni (djembé), che in Africa ha avuto origine e sviluppo nel corso dei secoli, trasmessa di generazione in generazione, da padre a figlio.
Dall'Africa si vola dall'altra parte dell'Atlantico, con le sonorità dei celeberrimi mariachi messicani che ci regaleranno i Tierra de Mexico in formazione canonica: due trombe, due violini, una chitarra spagnola, un guitaron e una vihuela, rigorosamente nei tradizionali abiti del charro, il buttero messicano.
Poco distante da Messico, si fa per dire, la tradizione del dixieland ci viene offerta dalla Fire Dixie Band. Se qualcuno ha ascoltato almeno 4 battute del primo Armstrong o ha visto “Bix” di Pupi Avati (ma anche “C'era una volta in America” di Sergio Leone) sa di cosa parliamo. Composta da formidabili jazzisti italiani, fedele nello stile e nel repertorio alle band di New Orleans degli inizi del '900... non temete, non c'è nessun funerale da celebrare.
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