Violente cariche poliziesche a Milano su un presidio di donne |
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.:Inviato Venerdì, 27 novembre 2009 @ 16:42:36 da marginalia |
marginalia scrive " Sappiamo che ci sono stupri non denunciabili,
quelli cioè commessi da coloro che dovrebbero (secondo una certa
retorica sessista e razzista) garantire la nostra "sicurezza". Lo
sappiamo da tempo e da tempo abbiamo affermato che noi non siamo complici di
quest'altra forma di omertà sulla violenza esercitata sulle donne,
migranti e non, tra le cosiddette pareti domestiche, i luoghi di lavoro
e le parrocchie, come anche le questure, i carceri e soprattutto i Centri di identificazione ed espulsione.
[ continua... ]Per questo oggi, giornata internazionale contro la violenza sulle
donne, siamo state in tante, in diverse città, a scendere in strada con
presidi itineranti, volantinaggi, scorribande contro-informative e
striscioni che denunciavano quello che in tanti/e non vogliono vedere e
cioè che (anche) nei Cie si stupra.
E che ha stuprare è la polizia, quella che mandano nelle strade per
"difenderci". Non ci stupisce allora che sia stata proprio l'apertura
di uno striscione ( e il rifiuto di chiuderlo) che affermava questa
scomoda verità a provocare una violenta reazione poliziesca a Milano.
Poche ore fa, infatti, in Piazzale Cadorna, durante il presidio
promosso dalle compagne milanesi che avevano aderito all'appello Noi non siamo complici!,
presidio che aveva riunito diverse realtà femministe e antirazziste,
alcune donne hanno aperto uno striscione: "Nei centri di detenzione per
immigrati la polizia stupra". Immediata la reazione della polizia, la
richiesta di chiudere lo striscione, il sacrosanto rifiuto. Partono le
cariche, violente. Le/i contuse/i sono diverse/i. Intanto, a poche
fermate di metro, in quelle stesse ore le femministe dette "storiche"
della Libreria delle donne di Milano
festeggiavano a loro modo la giornata internazionale contro la violenza
sulle donne con un iniziativa dal titolo Diritti e castighi. Non avendo
in questo momento energia e lucidità a sufficienza riprendo dal lancio di stampa dell'iniziativa:
(e ad ognuna le proprie riflessioni): "Dal 2002 Lucia Castellano dirige
la Seconda Casa di Reclusione di Milano-Bollate - un esempio di civiltà
e innovazione unico in Italia -, affiancata da altre due donne: la Vice
Direttora Cosima Buccoliero e la Comandante della Polizia Penitenziaria
Alessandra Uscidda. Nel suo lavoro si orienta mettendo al centro
l'attenzione e il rispetto per l'altro/a, considerando il potere come
un'opportunità per poter fare, attraverso una capacità progettuale e
trasformativa in grado di produrre cambiamenti significativi nel
contesto in cui opera e in chi lo abita, rifiutando "la gelida cultura
autoritaria e burocratica che domina il mondo del carcere», improntata
«al machismo, alla prepotenza e alla vessazione". Doppia solidarietà
alle compagne di Milano."
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