Si può finire in un Cie anche così. storia di una donna migrante |
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.:Inviato Domenica, 01 novembre 2009 @ 21:42:17 da marginalia |
marginalia scrive "Si chiama Salmata Bamba ed è arrivata dalla Costa D'Avorio in Italia
chiedendo lo statuto di rifugiata. Al suo posto in agosto le viene
notificato un mandato di espulsione. Parla poco l'italiano, non riesce
o non può far valere i suo diritti.
[ continua... ]Continua a cercare lavoro.
Finalmente lo trova, un posto come badante presso una famiglia di
Napoli. Qualche settimana fa si reca in questura per ultimare le
pratiche di regolarizzazione ma qui "succede l’impossibile, ciò che non
avrebbe mai creduto potesse succedere in un paese democratico": viene
arrestata e portata nel Cie di via Mattei a Bologna. Così, su due
piedi. Non le viene neanche permesso di poter portare con sé qualche
oggetto personale. Tramite la figlia di coloro che sarebbero dovuti
diventare i suoi datori di lavoro, apprendiamo che non ha neanche il
sapone per lavarsi e che porta ancora addosso gli abiti che indossava
al momento dell'arresto. Un po' poco per quello che è stato definito "hotel di lusso per migranti". Nell'unico articolo che ho trovato su di lei (una storia così non fa notizia) - nel sito di Peacelink
- si dice che Salmata è una donna "semplice, umile e troppo vulnerabile
per affrontare la crudele realtà di questo Paese". Ma chi può
affrontarla tutta sola? Ci auguriamo che Salmata abbia trovato
all'interno la solidarietà e l'appoggio delle sue compagne di
prigionia. E che fuori trovi presto la nostra."
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