Sciopero. «Non vogliamo più piangere i morti» |
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.:Inviato Martedì, 29 gennaio 2002 @ 16:41:31 da titiro |
Giovedì i lavoratori si fermeranno di nuovo per 8 ore. Saponaro: nessuno aveva autorizzato l’escavoI cavatori di travertino di Tivoli e Guidonia hanno interrotto il lavoro non appena hanno saputo dell'incidente mortale nella cava Tc (Travertino Caucci) e giovedì sciopereranno di nuovo per otto ore, quattro in più di quelle proclamate a livello regionale dai sindacati regionali, in segno di protesta per l'ultima
morte bianca nel settore. «Lo sciopero - come ha anticipato il segretario territoriale della Fillea-Cgil Domenico Petrocchi - sarà esteso anche al settore delle costruzioni dell' area Roma nord-est. In un anno abbiamo contato tre morti, uno in una segheria di travertino e due in cava. Troppi. È evidente che i controlli sono insufficienti». La vittima, il cui corpo non è stato ancora recuperato, era un dipendente della Cosmoter, un'azienda per la frantumazione di travertino sempre di Guidonia, che aveva avuto in appalto dalla Tc la rimozione di detriti nella cava in allestimento. Mentre la procura di Tivoli ha aperto un'inchiesta, la polizia ha ascoltato sia il titolare della T.C., l'azienda dove è avvenuto l'incidente sia il titolare della Cosmoter, la società da cui dipendeva la vittima. «L'incidente è avvenuto in una vecchia cava abbandonata, chiusa, non in esercizio e non autorizzata né dal Comune né dalla Regione, con lavori svolti in forma
abusiva» ha detto l'assessore regionale alle attività produttive Francesco Saponaro. «I lavoratori - aggiunge l'assessore - non dovevano e non potevano operare in quell'area. La polizia mineraria della
Regione controlla la sicurezza delle cave legittimamente autorizzate e di esercizio e, per reprimere gli abusivi, si basa ovviamente sulle segnalazioni effettuate dalla polizia municipale, dai carabinieri, dalle Asl e dall'apparato pubblico di sorveglianza». Saponaro, che dice di non capire «perché il capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli strumentalizzi una digrazia», ricorda che tra i programmi della giunta c'è anche il censimento
delle cave abbandonate, e che le imprese che chiedono di operare devono presentare alla Regione una serie di documenti: dal piano di coltivazione aggiornato a quello di sicurezza. Critico il presidente della commissione sicurezza della Regione Alessio D'Amato (PdCI). «Siamo di fronte ad una emergenza - dice - tre morti in tre giorni nel Lazio è un dato allarmante ed occorre che al più presto venga rivista la posizione della polizia mineraria che ritengo svolga un ruolo insufficiente rispetto ai compiti a cui è preposta». Soprattutto, secondo D'Amato, serve più monitoraggio ed un maggiore coordinamento. «La 626 - spiega -
prevede che sia il presidente della giunta regionale a coordinare gli interventi di prevenzione rispetto alla 626, ma manca un referente, non vi sono responsabili, gli ispettori delle Asl non hanno interlocutori. Bene ha fatto il prefetto Emilio Del Mese a convocare la riunione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro per il 12 febbraio, ma noto con amarezza che il soggetto preposto al coordinamento non sia stato nemmeno
citato».
(da Il Tempo del 29/01/02)
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