News: Un gommone sul mare. A Firenze per dire no ai Cie |
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.:Inviato Lunedì, 03 agosto 2009 @ 02:30:12 da marginalia |
marginalia scrive "Il "mare" è quello di piazzale Michelangelo a Firenze. Lì, sul suo
pulmino, l'attore/attivista Saverio Tommasi ha piazzato un gommone. Lo
scorso anno era stata una gabbia. Su quel gommone, digiunando sotto il
sole, Saverio vive da mercoledì scorso e vi resterà fino a mercoledì 29
luglio. Sette giorni a simbolizzare un "viaggio immaginato ma non
immaginario", come quello compiuto dai/dalle migranti attraverso il Mar
Mediterraneo. A quanti/e scampano a questo "cimitero senza lapidi" come
lo definiscono Tommasi e gli/le altri/e promotori/trici, si aprono -
per poi rinchiudersi - le porte dei Cie: "Ingabbiati fino a sei mesi in
questi campi di concentramento, identificati ed espulsi. Relegare in
gabbia persone che non hanno commesso alcun reato è un abominio e una
grave violazione dei più elementari diritti dell'uomo e dei principi
fondamentali del diritto internazionale. 'Inventarsi' la fattispecie
del reato di clandestinità - secondo cui si è 'criminali' non per il
fatto di aver compiuto un atto criminale, ma per una condizione
esistenziale soggettiva - è uno stavolgimento dei più elementari
principi di uno stato di diritto. Chiediamo la chiusura dei Cie,
chiediamo di non doverci più vergognare di noi stessi. In Italia e in
Europa abbiamo prodotto campi di concentramento e leggi razziali.
l'Italia ha dimenticato di essere stata un paese di emigranti, ma
soprattutto ha rimosso il razzismo coloniale e le sue atrocità. Grazie
a questa rimozione collettiva oggi si saldano assieme xenofobia
popolare e 'razzismo istituzionale', che produce norme discriminatorie
e nuove istituzioni totali come i Cie. Un razzismo istituzionale che a
sua volta alimenta e legittima il razzismo popolare. Ma noi sappiamo
anche che la società italiana è in grado di produrre una grande
quantità di anticorpi [...]". Abbiamo scelto una protesta teatrale
perché il teatro racconta storie. La storia che abbiamo preso l'impegno
di narrare ha un finale da scrivere. Siamo noi ad avere in mano la
penna. Possiamo scrivere una fine che sia un inizio: evitare la
costruzione di una gabbia anche in Toscana, presumibilmente a Campi
Bisenzio, in provincia di Firenze ...". Ogni giorno, a staffetta,
donne, uomini, realtà che lottano contro l'(in)sicurezza basata sulla
repressione, accompagnano Saverio Tommasi nel suo viaggio. Nella foto,
che ho scattato sabato pomeriggio a Piazzale Michelangelo, Saverio sul
suo gommone. Al microfono Rachelle Njanta, dell'associazione di donne
native e migranti Le Mafalde. ."
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