Obama e la libertà telematica |
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.:Inviato Martedì, 23 dicembre 2008 @ 15:10:51 da ortodeifrati |

Obama e la libertà telematica
di Marco Roncaccia e Stefania Zanda
E' di poche ore la notizia che il neo Presidente degli Stati Uniti ha aperto il suo sito alle creative commons...
e quindi non ci sarà copyright sul materiale on line leggibile, ma basterà citare la fonte e si potrà utilizzare liberamente il materiale scaricato. Certo in momenti come quelli che si stanno vivendo la notizia non cattura l'attenzione dei giornali perché parlare di Iva al 20% per Sky è senz'altro più appetibile. Obama sembra invece essersi reso conto dell'importanza di queste tematiche.
Da sempre smontare, cambiare l'ordine dei pezzi, riassemblare, ha sollecitato l'interesse dei più curiosi e molti progressi o evoluzioni in tutti i campi dell'attività umana sono nati da queste semplici operazioni. Che siano manipolati elementi concreti, come i pezzi di un macchinario, o astratti, come le idee, non importa. Quel che conta è che la condivisione del sapere e la possibilità di trattare manufatti o concetti prodotti da altri è alla base di qualsiasi novità o scoperta tanto nella scienza, quanto nella tecnologia che nell'arte.
Con questo tipo di operazioni, ad esempio, è nata e si è sviluppata lnternet. E' quindi naturale che proprio sulla rete, siano nate le licenze GPL (General Public License) e CC (Creative Commons). Le prime, più "libertarie" e rigide nella formulazione, rispondono principalmente alle esigenze del mondo dell'open source software; le seconde offrono sei diverse articolazioni dei diritti d'autore per artisti, giornalisti, docenti, istituzioni e, in genere, creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello "alcuni diritti riservati" come recita l'home page del sito www.creativecommons.it. Tutto questo per tutelare la libera circolazione e condivisione del sapere dai limiti imposti dal copyright ovviamente difeso dalle multinazionali dell'editoria.
In Italia invece c'è una viziosa continuità tra il decreto Levi-Prodi (che parifica i blog e l'informazione no profit agli organi di stampa ufficiali, prevedendo l'iscrizione ad un apposito registro e sanzioni economiche insostenibili per chi non ha una grossa società editrice) e i recenti annunci di Berlusconi di voler proporre al G8 regole ferree e maggiori divieti per la rete.
La misura del prestigio internazionale dell'Italia, dalla fuga dei cervelli ai tagli alla ricerca, la può dare il servizio di assistenza del noto sito internet di social networking Facebook. A qualsiasi richiesta di aiuto formulata in lingua italiana viene risposto: unfortunately, at this time Facebook only provides customer support in English, French, German, Spanish, and Turkish. Please respond to this email with a translation of your question in one of our supported languages, and we'll respond as soon as possible. In tempi di divieti e proibizioni la notizia di una rete libera ci fa senz'altro piacere.
(4 dicembre 2008)
Fonte: Linkontro.info
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Gradimento Articolo
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