Le ragioni di uno sciopero: Enti Locali
(sciopero del 17 ottobre 2008)
Bisogna tornare indietro di qualche anno e riesumare un po’ di storia patria per capire come si è arrivati a questo punto. La cessione di funzioni dello Stato verso le Regioni – come previsto dalla Costituzione – ha avuto bisogno di ben 25 anni di tempo per essere digerita e altrettanti ne sono occorsi per correggere le storture più evidenti del nostro sistema amministrativo.
Poi nel 2001 una revisione costituzionale adottata a colpi di maggioranza ha voluto ridisegnare completamente l’assetto delle autonomie locali, distruggendo alcuni fondamentali diritti.
Da allora è stato un susseguirsi di scontri tra regioni ricche e regioni povere, tra stato e regioni sulla confusione
generata dalla cosiddetta “legislazione concorrente”, e di progressivo
smantellamento di quel sistema di protezione sociale e di tutela delle
fasce più deboli in nome di una sussidiarietà completamente rovesciata:
in primis devi farcela da te, se non sei in grado interviene il Comune
e poi – via, via – la Provincia, la Regione, lo Stato....Oggi si avvia una nuova stagione che vorrebbe disegnare un federalismo
basato su una concezione ancora più spinta in direzione di un modello
antisociale “fai da te”.
Lo Stato attribuirà alle Regioni
soldi, ma solo per finanziare un livello “standard” di attività oltre
cui non si potrà andare, a meno di trovare risorse alternative (nuove tasse).
Questa
distribuzione di soldi e di potere vede i lavoratori pubblici
schiacciati tra i proclami di Brunetta (e anche più di qualche
amministratore locale) e i cittadini orientati verso il “nemico
pubblico” per l’evidente ragione di affidare attività al settore
privato, si tratti di sanità, di scuole e di nidi, di funzioni
amministrative, ma anche di attività legate alla sicurezza (vigili
urbani privati è la nuova frontiera).
In questo contesto
affonda la scure di quel memorandum dello scorso anno e del nuovo
modello contrattuale che sancisce la “territorialità” dei contratti di
lavoro e che cgil, cisl e uil si apprestano a sottoscrivere
definitivamente (le nuove gabbie salariali).
Per tutto
questo, per ribellarsi a questo sistema omogeneizzato a tutti i livelli
in nome del dio mercato e degli affari di pochi occorre scioperare e
manifestare per rappresentare l’interesse di molti: cittadini e
lavoratori.
Dobbiamo respingere con fermezza questo attacco
e ricordare che le cosiddette riforme che vorrebbero farci accettare
(la devoluzione alle regioni, la soppressione delle province, la
omologazione delle organizzazioni sindacali alle esigenze della
politica, etc.) non nascono a caso, ma sono contenute nel “Piano di
rinascita democratica” della loggia massonica P2.
CONTRO OGNI FEDERALISMO
PER UNO STATO SOCIALE SOLIDALE
I LAVORATORI E LE LAVORATRICI DEGLI ENTI LOCALI
SCIOPERANO IL 17 OTTOBRE
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
PIAZZA DELLA REPUBBLICA – ORE 9,30
News a cura di: Rdb Hinterand Romano
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