Rappresentanza politica e spaesamento |
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.:Inviato Lunedì, 16 giugno 2008 @ 15:06:06 da romgroup |
In questo periodo molti sono spaesati dalla mancanza di una componente politica che li rappresenti. Non parliamo solo di coloro che hanno perso le scorse elezioni politiche e non hanno nessuno in parlamento, smacco dovuto essenzialmente alla incapacità di una classe dirigente politica, ma di chi ha sempre avuto un pensiero diverso dall'attuale e non ha trovato sbocchi di rappresentanza in una situazione locale o nazionale nonostante la collisione del pensiero poteva far sembrare che gli sbocchi ci fossero.
Ci sembra che colga il punto Umberto Galimberti in suo scritto che vi proponiamo di seguito.
From by RomGroup
"Non pensiamo mai agli effetti esistenziali che può produrre la scomparsa di una rappresentanza politica, al senso di spaesamento che sconcerta gli individui, fino a dar loro l'impressione di essere fuori dalla storia o di essere appartenuti a una storia ormai fuori corso, nonostante che i valori rivendicati e testimoniati nella loro biografia appaiono a essi ancora validi, anzi fattori essenziali per una società in cui riconoscersi.
Per molti la politica non riveste alcun interesse, per altri ha i tratti di una partita di calcio dove chi vince si esalta e chi perde per qualche giorno si deprime, ma ci sono anche persone che, non vedendo i valori per cui sono vissuti rappresentati da nessuno, avvertono una sorta di esclusione sociale, assaporando fino in fondo l'impotenza del singolo a cambiare una società che si muove non in un'altra direzione, ma in nessuna direzione, mentre il vuoto d'orizzonte è riempito da un appiattimento su un presente momentaneamente saturato da gratificazioni consumistiche e da competizioni individuali sui posti di lavoro dove si è persa ogni traccia di solidarietà.
Confrontandosi con gli altri, queste persone appaiono ingenue, i loro valori illusioni tramontate, l'immagine che a loro ritorna è quella di chi si è ingannato per una vita e ancora non ha capito che la solidarietà e l'aiuto reciproco sono le virtù dei deboli o comunque di chi non ha la forza di affermarsi sugli altri.
Le idee per cui queste persone sono vissute vengono confinate nelle "ideologie" e la loro storia relegata nella "storia del secolo scorso". In questo modo si sentono "vecchi" se non addirittura fuori dalla storia. La loro depressione non è esistenziale, ma l'effetto di una crisi culturale. E siccome non riescono ad aggrapparsi alla gioia diffusa dalla pubblicità televisiva, guardano al futuro senza speranza, in una sorta di resa, perché le loro idee e i loro valori a livello politico non li rappresenta più nessuno.
Ma grazie a Dio non possono cambiare idee se non sconfessando la loro biografia. E c'è solo da sperare che questa loro ostinazione possa essere raccolta da qualche istanza politica capace di dire ancora e nonostante tutto che una società non ha futuro a colpi di sfrenato individualismo e indifferenza per chiunque ci passi accanto più debole o più sfortunato di noi."
News a cura di: RomGroup
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