Anonymous scrive "

"Un legittimo atto di guerra contro un esercito straniero occupante e diretto
a colpire dei militari". Così la Cassazione ha definito l'attentato di via
Rasella, confermando la condanna a un risarcimento danni pari a 45 mila euro in
favore di Rosario Bentivegna, uno degli autori dell'attentato, inflitta ai
giornalisti Francobaldo Chiocci, Vittorio Feltri e alla società Europea di
Edizioni spa.
Rosario Bentivegna aveva denunciato alcuni articoli,
scritti sul quotidiano 'Il
Giornale', ritenuti diffamatori nei suoi
confronti, riguardanti l'attentato del 23 marzo del 1944, quando 32 militari
tedeschi e due civili italiani persero la vita per l'esplosione di una
bomba.
Secondo Bentivegna il quotidiano 'Il Giornale' "si era
distinto per una vera e propria campagna diffamatoria che aveva trascurato la
versione dei fatti 'storicamente e giuridicamente accertati' per abbandonarsi ad
una arbitraria e gratuita denigrazione dell'attività dei partigiani". I giudici
gli avevano dato ragione, rilevando che negli articoli in questione vi erano
"numerose circostanze (...) non rispondenti al vero (...) chiaramente ed
univocamente dirette a qualificare negativamente sotto il profilo morale i
partigiani organizzatori dell'attentato".
Tra gli articoli incriminati, un editoriale di Feltri del '96, allora
direttore del quotidiano. Feltri avrebbe "posto sullo stesso piano i nazisti e i
partigiani" di via Rasella, equiparando Priebke e Bentivegna: ciò, secondo la
Corte territoriale, era "gravemente lesivo dell'onorabilità personale e politica
di quest'ultimo".
"Quando la critica - si legge nella
sentenza della Cassazione - si fonda su episodi non veri o rievocati attraverso
l'arbitrario inserimento di circostanze qualificanti non vere, essa diviene un
mero pretesto per offendere la reputazione altrui".
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