Travertino, recessione in vista |
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.:Inviato Giovedì, 10 gennaio 2002 @ 17:42:15 da titiro |
Tivoli e Guidonia/Un futuro a tinte fosche per il settore del marmo dopo l’attacco alle Torri Gemelle. Si fa sentire la crisi Usa. E ora c’è la forte concorrenza della Turchia.
Un futuro a tinte fosche. Sono allarmanti le prospettive per il mercato della lavorazione e produzione del travertino che con l'arrivo del nuovo anno pagherà tutte le conseguenze del drammatico crollo delle Torri Gemelle di New York. Non è una previsione, ma una preoccupante certezza: il rischio di una brutta recessione è inevitabile ed è ormai alle porte anche per lo sbarco in Usa del travertino made in Turchia. Sul settore, già dall'inizio dello scorso anno, si erano fatti sentire gli effetti negativi della recessione che gli Stati Uniti - principale importatore del travertino prodotto a Tivoli e a Guidonia - stavano vivendo ancora prima dell'11 settembre. Nel corso del 2001, infatti, il mercato dell'oro bianco - così è chiamato il travertino da queste parti - aveva subito una contrazione delle esportazioni del 5 per cento con un fatturato di quasi 250 miliardi: una ventina di miliardi in meno rispetto all'anno prima. Poco male, dicevano gli imprenditori, certi di avere in mano una grossa fetta delle richieste provenienti dagli Usa. Ma gli ordinativi statunitensi si sono ridotti e, ciò che è peggio, diminuiranno sensibilmente nel corso del 2002, mentre il marmo turco - il cui handicap è la qualità, di livello medio e non alto - conquista nuovi clienti, attirati dalla competitività del prezzo, inferiore a quello italiano grazie ai bassi costi di produzione e ad una politica governativa che finanzia a tasso zero le esportazioni.
«Ci aspettiamo - spiega Filippo Lippiello, presidente del Centro per la valorizzazione del travertino - una fortissima contrazione delle esportazioni di materiali commerciali perché le ditte americane hanno cominciato a diminuire le scorte di magazzino per non fare ulteriori richieste di materiali e in un momento in cui il prezzo è preponderante sull'acquisto è chiaro che la produzione del travertino turco ha occupato una fetta considerevole del mercato Usa».
L'attesa riduzione della domanda di travertino non sarà inferiore al 15 per cento, con punte fino al 20 nel caso di produzioni basate su materiali maggiormente commerciabili. L'unica fascia, infatti, che dovrebbe uscire indenne dalla recessione è costituita dal travertino che, per il tipo di estrazione e lavorazione, è molto pregiato: la sua richiesta continuerà a restare costante, ma la scarsità delle risorse ne impedirà una larga produzione.
Naturalmente, la diminuzione delle vendite si ripercuoterà anche sul mondo del lavoro. Il rischio di licenziamenti non è scongiurato, ma per ora è remoto. E' sicuro, però, che il settore non assorbirà nuovo personale, nemmeno con contratti a tempo determinato o interinale. «Non sarà fatto il turn-over, cioè la sostituzionei degli operai che vanno in pensione con nuove unità - aggiunge Lippiello - ma non credo che si renderà necessario attuare dei drastici tagli di personale a meno la situazioni non si aggravi o per i mancati sostegni regionali e statali o per la mancata approvazione dei Piani stralcio da parte delle amministrazioni di Tivoli e Guidonia che, se passassero, consentirebbero alle aziende di fare investimenti mirati allo sviluppo compatibile con quello individuato dai comuni stessi».
(da Il Messaggero del 10/01/02)
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