Camera: passa il software libero |
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.:Inviato Giovedì, 12 luglio 2007 @ 11:09:54 da virtualmondo |

L'Open Source e il software libero per le attività del Parlamento Italiano
Dopo numerose iniziative della comunità del software libero , tra le quali anche l'appoggio di associazioni, gruppi e singoli del nostro territorio, e la sensibilità dimostrata dai parlamentari italiani di diversi schieramenti politici, passa alla Camera l'uso oculato, etico ed economico insito in questa soluzione tecnologica
Ci auguriamo come associazioni (Virtualmondo, Romgroup e Gnumanix) che Guidonia e i comuni limitrofi quali Tivoli, Monterotondo e altri seguano l'illustre esempio, e siamo a disposizione per un ausilio in merito
È di ieri pomeriggio (10 luglio) la bella notizia che i questori della Camera in
ottemperanza alla richiesta di cui sotto (Folena, Acerbo, Caruso) abbiano
deciso di introdurre massicciamente l'open source per le attività parlamentari
in sistemi, applicazioni e postazioni (rassegna stampa, sito Web, sicurezza,
posta elettronica, audiovideo sedute, produttività ufficio).
Di seguito il testo della disposizione della Camera.
La Camera,
premesso che:
la Camera dei deputati sinora utilizza, quasi esclusivamente, software concesso
con licenze «proprietarie»;
le pubbliche amministrazioni e gli organi dello Stato possono trarre notevoli
vantaggi dall'adozione di software «libero» e «a sorgente aperto» (open
source);
tra questi vantaggi è utile ricordare:
1) il pieno controllo sulle operazioni
svolte dal software, che assume una particolare rilevanza dal punto di vista
della sicurezza e della riservatezza per organi costituzionali e in genere
amministrazioni pubbliche;
2) l'indipendenza dal fornitore, anch'essa
fondamentale per un organo dello Stato;
3) la possibilità di sviluppare o
ampliare autonomamente parti del software, potendo intervenire sul codice
sorgente;
4) i minori costi per l'amministrazione;
5) la possibilità di
trasmettere nuove applicazioni eventualmente sviluppate in proprio o tramite
terzi ad altre amministrazioni dello Stato, secondo il principio del riuso
peraltro previsto dalle norme vigenti, senza dover sottostare a contratti di
licenza vincolanti;
6) la nettamente minore vulnerabilità dei sistemi «liberi»
e open source da parte degli attacchi informatici, quali i cosiddetti virus, e
in generale una riconosciuta maggiore sicurezza complessiva del software open
source e «libero» rispetto all'equivalente software proprietario;
già molte amministrazioni dello Stato e degli enti locali utilizzano software
libero/open source ed anche all'estero vi è una diffusa consapevolezza su
questo tema, anche in considerazione del fatto che le licenze open source e
«libere» favoriscono l'industria informatica locale;
impegna,
per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio
dei Questori
a deliberare quanto prima l'avvio di una migrazione, per gradi, dai sistemi
«proprietari» a quelli «liberi» e open source, sia per i sistemi della Camera
che per gli elaboratori assegnati ai deputati e alle segreterie;
a predisporre, da subito, le misure necessarie al fine di permettere la libera
scelta da parte dei deputati e delle loro segreterie rispetto al tipo di
software installato sugli elaboratori in loro dotazione.
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Gradimento Articolo
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