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Nota Geologica e
fossilifera su nuovi Crinoidi del Giurassico trovati presso Tivoli
Riassunto
E’ una breve descrizione
di una nuova località di ritrovamento di una ricca fauna
fossilifera del Lias Superiore
ed un accenno, a due nuovi
generi di Crinoidi ivi rinvenuti per la prima volta al mondo:
‘Dinardocrinus’ ed
‘Paracotylederma’ ed ad alcune altre nuove specie sempre di
Crinoidi.
Abstract
Introduzione
Nel corso di escursioni
naturalistiche effettuate nel corso degli anni 80 in una zona
ubicata nella immediata periferia di Tivoli, ora inglobata nel
territorio della “Riserva Naturale di Monte Catillo”
lungo la strada che conduce al Santuario della Madonna di
Quintiliolo, in un taglio esistente a monte del sentiero che porta
da Casale S. Angelo a Fontana Vecchia fu trovato, da uno degli
scriventi, un affioramento fossilifero che si sta dimostrando di
estremo interesse scientifico.
Nella zona, precisamente
presso il Casale S. Antonio, già alla fine dell' 800 era
stato rinvenuto e studiato da uno dei più famosi paleontologi
Italiani , il Canavari, un affioramento ad ammoniti del Lias Medio
(1) e successivamente, lo stesso studioso, pubblicò altri
fossili, crinoidi e brachiopodi, provenienti da sempre dal
territorio tiburtino. (2) (3)
Questa nuova località
fossilifera, ubicata sulle ultime propaggini dei Monti Lucretili,
e portata alla luce a seguito dei dilavamenti prodotti da eventi
atmosferici, si trova lungo e a lato del sentiero suddetto a una
quota di circa 380 m sul livello del mare ed interessa formazioni
Liassiche.
Con il Lias ( 200 M.A.) si
assiste, nella nostra Regione, allo smembramento della preesistente
piattaforma carbonatica Triassica; e vaste aree di questa
piattaforma si sbloccano per mezzo di faglie dirette e scivolano
verso acque più profonde. (4)
Si vengono a creare, in
queste condizioni, due domini; la piattaforma laziale-abruzzese ed il
bacino umbro-marchigiano.
La piattaforma laziale –
abruzzese viene caratterizzata da condizioni di mare poco profondo,
con acque calde e con una sedimentazione variabile da facies di
laguna a quelle di soglia (barriere coralline).
Nel bacino
umbro-marchigiano si viene a creare invece, una struttura con un
fondale caratterizzato da alti e bassi in cui la sedimentazione
diviene più sottile per la lontananza dalla piattaforma.
La zona che raccorda i due
domini , quello di piattaforma e quello di bacino, viene chiamata
zona di transizione, ed è caratterizzata sia dalla
sedimentazione di mare profondo ( nelle zone più distanti
dalla piattaforma) sia da colate di fango che scivolano giù
dalla piattaforma lungo la scarpata che la unisce al bacino.
Gli strati, che
interessano la nostra località fossilifera, sono identificati
sulla carta geologica 1: 100.000 Foglio 150 Roma come
“ Facies di transizione”.
Questa facies consiste in
limitati strati mostranti caratteristiche di sedimenti di
piattaforma scivolati lungo una scarpata e li risedimentati e
compressi. Questi strati hanno a letto e a tetto i tipici sedimenti
della Serie Umbro-Marchigiana e della serie Laziale-Abruzzese.
Movimenti tettonici,
variazioni del livello marino, velocità di accumulo lungo i
margini rispetto alle aree interne ed esterne della piattaforma e
della acclività della scarpata sono tutti fattori determinanti
alla formazione di questi strati che si presentano sovente contorti,
spezzati e di differenti spessori a dimostrazione della loro
tormentata origine e , nel nostro caso, sono caratterizzati da una
ricca associazione fossile con esemplari sia frammentari che
perfettamente conservati provenienti da diversi ambienti marini e
trascinati verso il fondo dalle colate che li hanno formati..
Questi strati, in base
alla classificazione delle ammoniti rinvenute, che sono considerati
dei fossili guida, sono stati
ascritti al Lias
Superiore.
I fossili presenti
comprendono diverse famiglie e classi; l’associazione nel suo
insieme è composta da brachiopodi perfettamente conservati; da
diversi molluschi: - bivalvi, - gasteropodi, - ammoniti e belemniti;
da echinodermi: - stellaroidi, - crinoidi, e echinoidi ; sono pure
presenti foraminiferi e spugne.
Il materiale oggetto del
ritrovamento è stato a suo tempo visionato da Professori
Universitari e la parte relativa ai Crinoidi è stata messa a
disposizione del Dipartimento di Scienze della Terra , Università
degli Studi “La Sapienza” –Roma. Il resto delle faune presenti
deve essere ancora classificato e studiato.
Dallo studio che ne è
seguito, si è constatata l’importanza di questo sito che,
tra le altre cose, ha consentito la identificazione di due nuovi
generi e di nuove specie di crinoidi. (5)
Sistematica
Si mettono in
evidenza solo i dati relativi alla classe di fossili che è
stata oggetto di approfonditi studi da parte di specialisti del
dipartimento di Scienze della Terra dell'Università “La
Sapienza “ di Roma.
I crinoidi sono animali
prettamente marini, che vivono fissati al fondo per mezzo di un lungo
peduncolo; un crinoide è costituito da tre parti – calice (
che racchiude gli organi vitali), le braccia e il peduncolo che è
costituito da numerosi articoli sovrapposti che alla morte
dell’animale si disperdono nell’ ambiente circostante e sono le
parti che più frequentemente si rinvengono fossilizzate nei
sedimenti; la loro forma varia da specie a specie, ne esistono di
circolari, quadrati, ellittici, pentagonali e stellati, e ciò
permette la classificazione delle varie specie, questi articoli
presentano nella parte centrale un foro.
I due nuovi genere ed le
sei nuove specie di crinoidi cirtocrinoidi raccolti sono i seguenti:
Genere Dinardocrinus
Specie Dinardocrinus
tiburtinus
Specie Dinardocrinus
maccagnoi
Specie eudesicrinus
curtii
Specie cotylederma
ambiguum
Genere paracotylederma
Specie paracotylederma
gracile
Specie paracotylederma
Matteii
Bibliografia:
Canavari M.
Di alcune ammoniti del Lias medio raccolte nelle vicinanze di S.
Antonio nel gruppo montano di Tivoli. Ric. Scient. Ind. 16, Pisa
1880
Canavari M.
Ricerche geologiche nei Monti Tiburtini. Boll. R. Com. Geol. It.,
11, Roma, 1880
Canavari M. e
Cortese E. Sui terreni secondari dei dintorni di Tivoli. Boll. R.
Com. Geol. D'It., 12, Roma, 1881
C.N.R. -
Progetto finalizzato Geodinamica: monografie finali
Vol. 5 – Carta delle
litofacies del Lazio-Abruzzo e zone limitrofe. Roma, 1988
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