Terme, licenziamento per 28. |
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.:Inviato Sabato, 22 dicembre 2001 @ 17:38:44 da titiro |
Tivoli: messa in mobilità oltre la metà dei dipendenti. Secondo il piano societario dovranno restare solo quindici occupati, ma i sindacati si
oppongono. Natale amaro per i dipendenti delle Terme Acque Albule. In 28 - dei 43 attualmente
occupati nello stabilimento di Bagni di Tivoli - rischiano il licenziamento. Le lettere di messa
in mobilità sono già partite. Si tratta del primo atto dopo l'ingresso della Sirio Hotel come
socio di minoranza del comune nel pacchetto azionario delle Terme spa, ed il primo
provvedimento ufficiale siglato dal consiglio di amministrazione formato dal nuovo
presidente, l'imprenditore Bartolomeo Terranova. «Per noi è una doccia fredda - tuona
Agostino Zampera, rappresentante dei lavoratori - qualcosa era nell'aria, ma non
pensavamo che si arrivasse a tanto. Nel corso degli anni abbiamo subito di tutto, ma ora si
tratta di gettare sul lastrico 28 famiglie».
E contro i tagli occupazionali si scatena l'opposizione all'amministrazione guidata dal
diessino Marco Vincenzi: «Questa privatizzazione è solo una speculazione che si ripercuote
sulla città con il solo risultato di affamare delle famiglie», sostengono i consiglieri di Uniti per
Tivoli, mentre il primo cittadino ribatte: «Si aprirà un confronto tra l'azienda ed i
rappresentanti dei lavoratori, ma l'indirizzo è quello di una ricollocazione dei dipendenti».
Nel documento che è stato inviato ai sindacati si profila l'avviamento della procedura
sancita dalla legge 223 del '91 da concludere non oltre il 30 aprile del 2002. Secondo il
piano societario la pianta organica dovrà essere composta solo da quindici dipendenti.
Motivo: nel bilancio societario il costo del lavoro ha assorbito nei vari anni una percentuale
pari al 54 per cento del fatturato. «Tale situazione, non più sostenibile - si legge nel
documento - impone di procedere ad una profonda e drastica riduzione del personale,
risultante ormai spropositato rispetto al lavoro da svolgere». «Apriremo un confronto serrato
- dice Gabriele Simoncini della Filcams - Cgil - ma una cosa è chiara: difenderemo ad ogni
costo i livelli occupazionali».
(da Il Messaggero del 22/12/01)
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