Dollaro debole, travertino in crisi |
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.:Inviato Giovedì, 22 gennaio 2004 @ 17:36:56 da titiro |
Tivoli-Guidonia: esportazioni ridotte del 50%, cassa integrazione in arrivo. Diminuito del 30% il fatturato con gli Usa e gli altri mercati che operano con la valuta americana Il dollaro mette in crisi il travertino di Tivoli e Guidonia. La debolezza della moneta americana ha ridotto le esportazioni verso l'America e i mercati che operano con questa valuta, principali sbocchi del prestigioso marmo estratto e lavorato nell'area tiburtina: la contrazione è del 50 per cento in un solo anno, cioè dal gennaio 2003 fino ad oggi, segnando un decremento del fatturato pari al 30 per cento. Una grossa perdita economica per il settore, da poco eletto “distretto industriale” insieme a Coreco Ausenio, che fa tremare l'occupazione locale.
«La svalutazione del dollaro - spiega Filippo Lippiello, Presidente del centro per l'estrazione e la valorizzazione del travertino, nonchè del settore estrattivo presso l'Unione industriale di Roma - ha penalizzato tanto le aziende che operano con un listino prezzi espresso in questa moneta, di colpo messe fuori dal mercato con una riduzione di ordinazioni pari al 25 e 30 per cento, con inevitabili ripercussioni sul fronte dell’occupazione».
Gli imprenditori dell'oro bianco corrono ai ripari per contrastare gli effetti negativi dovuti alla svalutazione del dollaro nel cambio con l'euro: si parla già di cassa integrazione per molti dipendenti. Ne sono state richieste una cinquantina, la palla passa ora ai sindacati. «Prenderemo i nostri provvedimenti - attacca Augusto Pallante, segretario responsabile della Filca Cisl di Roma - nelle sedi opportune e siamo pronti a dichiarare guerra contro queste misure». «Stiamo verificando - lancia l'allarme il sindacalista Walter Fadda, della Fillea Cgil Roma Est - questa crisi delle esportazioni. La questione è seria, non va sottovalutata». «Puntiamo ad intervenire - aggiunge Fadda - di concerto con gli enti locali, in particolare la Regione e i rappresentanti sia delle imprese che delle industrie».
Intanto ai pensionamenti avvenuti in questo arco di tempo non hanno fatto seguito nuove assunzioni di manodopera, venendo a mancare quindi il cosidetto turn over, ossia il ricambio di lavoratori all'interno di una ditta di medie dimensioni.
Il primato della lavorazione del marmo, richiesto soprattutto negli Stati Uniti per la realizzazione di palazzi di rappresentanza ma anche per interni di abitazioni private, potrebbe passare ad altri paesi, come ad esempio la Turchia e la Cina, in grado di sostenere costi di lavoro e di produzione più bassi di quelli italiani, facendo concorrenza alla produzione locale.
La perdita economica subita dalle imprese che costellano la zona compresa tra Tivoli e Guidonia impone la ricerca di nuove forme di collaborazione tra gli imprenditori stessi operanti nel settore estrattivo del travertino. «Per sostenere l'aumento dei costi - aggiunge Lippiello - le aziende ricorrono a sistemi consortili che consentono di ottimizzare le risorse, abbassare le spese e abbattere costi ormai insostenibili per molti operatori del mercato del marmo».
(da il Messaggero del 22/01/04)
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