.:Inviato Lunedì, 01 dicembre 2003 @ 14:40:37 da titiro
Ieri 30 novembre, presso l'aula consiliare del Comune di Guidonia Montecelio, durante lo svolgimento dei lavori, un gruppo di cittadini aderenti al Comitato Bloccacentrale e all'Associazione Amici dell'Inviolata hanno messo in atto una protesta del tutto pacifica per cercare di fermare la votazione su un punto all'ordine del giorno che si riteneva e si ritiene deleterio per gli interessi comuni di tutta la città. A questa forma di protesta è stata data la risposta più indecente. Il presidente del Consiglio Comunale ha fatto intevenire la forza pubblica per sgombrare l'aula consiliare e ha minacciato di denunciare all'Autorità Giudiziaria gli autori della protesta.l punto in discussione era la richiesta di una deroga alla legge regionale che definisce l'area dell'Inviolata parco regionale. Tale deroga è stata richiesta in previsione della realizzazione in quell'area di un centro trapianti di interesse nazionale. Va detto subito a scanso di equivoci e strumentalizzazioni che sia gli aderenti al comitato Bloccacentrale che gli Amici dell'Inviolata non sono contrari alla realizzazione nel nostro comune di un centro trapianti così importante che potrebbe dare anche lustro alla città. Quello che non si condivide nella maniera più ferma e decisa è la localizzazione di tale centro. Sono ormai anni che il territorio del Parco è sotto la minaccia di speculazioni. A parte il fatto che realizzare un centro trapianti a ridosso della discarica dell'Inviolata e della bretella autostradale Fiano-San Casareo non ci sembra assolutamente un' idea fattibile dato l'alto tasso di inquinamento dell'area stessa. I cittadini che hanno messo in atto l'estremo gesto di protesta ritengono che tale deroga sia solamente un grimaldello, una testa d'ariete che serve a determinate persone per impedire una volta per tutte il decollo del Parco Archeologico dell'Inviolata e l'inizio di una lottizzazione selvaggia. Partendo da questa considerazione e prendendo atto che anche i pochi consiglieri di opposizione rimasti in aula, non hanno assunto una posizione ben definita riguardo la delibera che si stava per votare, al momento della messa in votazione della stessa i cittadini dei due comitati hanno deciso in maniera totalmente pacifica di invadere l'aula, ben sapendo che tale gesto si configurava come reato penale. Da parte degli occupanti è stato chiesto al presidente del consiglio comunale di sospendere i lavori e iniziare una discussione per meglio valutare la portata di una tale delibera o in alternativa di interrompere i lavori e rimandarli ad altra data sempre per meglio confrontarsi e spiegare le rispettive posizioni. A tale richiesta il presidente ha risposto nella maniera più antidemocratica possibile: chiamando la forza pubblica e paventando l'ipotesi di una denuncia penale per interruzione di pubblico servizio. Alla reiterata richiesta di non mettere in votazione tale delibera si è aggiunto anche l'invito rimasto vano ai consiglieri di uscire dagli scranni e unirsi ai manifestanti per solidarietà; il presidente visibilmente irritato ha chiesto nuovamente di abbandonare l'aula. I cittadini che stavano protestando hanno deciso di non farlo assumendosene tutte le responsabilità. All'arrivo della forza pubblica coloro che protestavano sono stati espulsi dall'aula previa identificazione. I manifestanti che sono stati identificati e che rischiano una denuncia penale sono stati in tutto dieci persone. A questo proposito c'è anche da dire che non tutti quelli che hanno preso parte alla protesta si sono prestati all'identificazione, defilandosi in maniera quantomeno inopportuna. Dopo la cacciata dall'aula dei manifestanti e del pubblico (molto poco ad onor del vero) i lavori del consiglio sono ripresi e la maggioranza si è votata la delibera. Non sono stati accolti né l'invito dei manifestanti di interrompere la votazione né gli inviti dei consiglieri di minoranza e di alcuni della maggioranza. Durante la protesta, prima che arrivassero le forze dell'ordine un assessore di AN nonché deputato della Repubblica rivolgendosi ai manifestanti ha chiesto se pensavano veramente di rappresentare la volontà della maggioranza dei cittadini. La risposta viene data ora: si ! I manifestanti pensano di poter rappresentare la volontà della maggioranza dei cittadini. Perchè sono sicuri che la maggioranza se non la totalità dei cittadini non vuole più vivere in una delle città più inquinate d'Europa. Non vuole più vivere in una città dove si mettono prima gli interessi privati davanti a quelli pubblici, dove il diritto fondamentale alla salute è costantemente prevaricato, dove si cerca di limitare più possibile l'esistenza di areee protette solo per far spazio a speculazioni e lottizzazioni selvagge. Le nostre deleghe non sono in bianco e se di una colpa si sono macchiati i manifestanti è solo quella di usare il pensiero in modo libero ed autonomo al di fuori di ogni schema e solo per gli interessi della collettività.
VIVA LA DEMOCRAZIA !!
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