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.:Inviato Mercoledì, 05 novembre 2003 @ 14:20:25 da titiro |
LONDRA: SCOMPARE IL COPYRIGHT PER LE OPERE DEDICATE AI DISABILIMentre Stati Uniti e Unione Europea favoriscono normative sul copyright sempre più restrittive e penalizzanti per i consumatori, dal Regno Unito arriva un confortante esempio di buonsenso legislativo. La scorsa settimana il parlamento britannico ha approvato un provvedimento che permetterà a scuole, biblioteche e organizzazioni no profit di duplicare e adattare qualsiasi tipo di opera dell’ingegno (soprattutto libri in formato elettronico e dvd) per renderla accessibile anche ai portatori di handicap.
Tutto questo potrà essere fatto senza bisogno di alcun permesso da parte dei detentori del diritto d’autore e senza versare balzelli aggiuntivi, sebbene non è escluso che ai disabili possa essere richiesto un piccolo contributo per accedere all’opera opportunamente modificata. Si tratta di un decisivo passo in avanti verso l’adozione di un “fair use” il più possibile parificato tra chi ha la fortuna di godere dei cinque sensi e chi invece soffre di gravi problemi di vista, udito o tatto. Sono moltissimi i ciechi o i sordi che tuttora non possono godere di un’opera letteraria, teatrale, musicale o artistica, semplicemente perché chi ne detiene il copyright si rifiuta di realizzarne copie che siano fruibili da un pubblico disabile, oppure pretende di trarne un ingente guadagno.
Basti pensare alla recente polemica scatenata in Italia dall’arrivo del quinto episodio di Harry Potter, “L'Ordine della Fenice”, in questi giorni disponibile in edicola per i tipi della casa editrice Salani a un costo di 24 euro. L’esponente del partito radicale Paolo Pietrosanti, cieco da circa dieci anni, ha annunciato l’imminente pubblicazione sul proprio sito di una versione digitale del libro che sia accessibile anche ai non vedenti. “Non si tratta di pirateria – ha dichiarato Pietrosanti – perché il compenso che chiedo per una copia modificata, 4,80 euro, è proprio la cifra necessaria per pagare i diritti d’autore”.
Un’iniziativa per certi versi lodevole ma che alla Salani non è proprio andata giù. La casa editrice ha fatto sapere che, nel caso l’esponente radicale porti a termine il suo progetto, partirebbe immediatamente una denuncia penale a suo carico. Sarà forse per questo che il sito da cui si sarebbe dovuto scaricare l’Harry Potter per non vedenti non è più accessibile?
La vicenda, che è probabilmente destinata a finire in tribunale, dimostra ancora una volta l’inadeguatezza dell’attuale normativa sul diritto d’autore che, invece di favorire la circolazione dei prodotti culturali attraverso molteplici formati e assicurare una giusta remunerazione ai loro proprietari, viene usata come un’arma per imbrigliare la diffusione non controllata del sapere. L’iniziativa di Pietrosanti sarebbe stata lodata nel Regno Unito come giusta e all’avanguardia. In Italia il suo fautore rischia invece di essere trattato alla stregua di un criminale.
(da lastampa.it)
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