Il crollo nel cantiere, via alle inchieste |
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.:Inviato Lunedì, 03 novembre 2003 @ 12:53:26 da titiro |
Guidonia: uno dei due morti forse non era in regola. E’ sparita la betoniera. Sulle cause della tragedia indagano da una parte i carabinieri agli ordini della Procura della Repubblica di Tivoli, dall’altra l’Ispettorato della Asl Due operai morti, tre feriti e nessun indagato. Il fascicolo aperto dalla Procura di Tivoli dopo il duplice incidente mortale sul lavoro nel cantiere all'interno dell'ex clinica psichiatrica di Martellona sulla via Tiburtina a Guidonia è ancora contro ignoti. Continuano intanto le indagini dei carabinieri e dell'Ispettorato della Asl: dai primi accertamenti sembra che una delle due vittime non fosse in regola.
All’indomani della tragedia ci sono un mare di fango, macerie ed un silenzio irreale all'interno del complesso specialistico Italian Hospital sulla via Tiburtina a Guidonia, dove l'altro ieri sera è crollato il manufatto della cabina elettrica di circa 100 metri quadrati sugli operai Marco Amorini, 18 anni, compiuti due settimane fa, di Monte San Giovanni Campano, e Giancarlo Favoriti, 46 anni, sposato e con un figlio, residente ad Anagni. Le indagini della Procura presso il Tribunale di Tivoli dovranno accertare perché venerdì alle 18.50 la struttura di legno e ferro, solo il primo abbozzo della cabina, è venuto giù come un castello di carte, seppellendo i due operai che insieme ad altri tre stavano ultimando la gettata di cemento liquido sulla parte superiore del fabbricato. Per le due vittime non c'è stato niente da fare: il più anziano è morto sul colpo, l'altro è deceduto durante il disperato intervento chirurgico nell'ospedale di Tivoli mentre gli altri, tra cui il responsabile della società edile, se la sono cavata con qualche graffio e prognosi di guarigione che vanno dai 7 ai 10 giorni.
Il magistrato della Procura di Tivoli, Marco Manzi, ieri mattina ha convocato un summit per predisporre nuovi accertamenti, tra cui gli interrogatori dei testimoni ed acquisire le perizie tecniche dei vigili del fuoco, le indagini dei carabinieri della compagnia di Tivoli e la relazione firmata dal responsabile dell'ispettorato sui luoghi di lavoro della Asl.
Intanto Stefano Bianchi, segretario regionale della Cgil, con la Fillea annuncia: «Il sindacato si costituirà parte civile se l'autorità giudiziaria individuerà delle colpevoli omissioni sulla morte dei due operai». Ma appare chiaro che una delle cause principali potrebbe essere stata proprio la fretta di finire la gettata di cemento sul manufatto nonostante il buio, la stanchezza degli operai e la scelta di iniziare l'intervento nel pomeriggio inoltrato. Per Vladimiro Perretta, responsabile del Dipartimento prevenzione e sicurezza sul lavoro della Asl, «ci potrebbero essere stati gravi errori nelle modalità di esecuzione». E aggiunge: «Gli accertamenti tecnici sono ancora in corso».
Intanto il cantiere all'ingresso del complesso polispecialistico rimane sotto sequestro, ma della betoniera usata dalla squadra di operai per riempire di cemento armato liquido la cassettonatura di legno non c'è traccia. Secondo alcuni testimoni sarebbe sparita durante le operazioni di soccorso, per evitare il fermo giudiziario del macchinario.
I lavori di riconversione nella struttura ospedaliera di Guidonia, secondo l'accordo di programma stilato con la Regione, dovranno trasformare l'ex psichiatrico in un complesso polispecialistico a livello europeo. Costo degli interventi circa 30 milioni di euro, in gran parte affidati dall'Italian Hospital Group, che ha rilevato la struttura due anni fa, alla Stradaioli srl di Aprilia, che avrebbe ceduto il lavoro della cabina elettrica alla Edil Costruzioni di Veroli. «Soprattutto i lavori in subappalto - afferma Sandro Grugnetti, segretario generale della Fillea Lazio - sono quelli in cui meno si rispettano le norme di sicurezza perché ci si deve sbrigare, le opere vanno realizzate in fretta e si deve risparmiare».
(da Il Messaggero del 02/11/03)
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