Ecocardiografo rotto da 7 mesi |
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.:Inviato Venerdì, 12 settembre 2003 @ 18:10:38 da titiro |
Tivoli, Sos dall’ospedale: per effettuare l’esame malati dirottati . I medici di cardiologia non possono disporre di un macchinario che può anche salvare una vita. E' uno strumento indispensabile in qualsiasi tipo di diagnosi cardiologica, compresi naturalmente gli infarti. Ma nell'ospedale di Tivoli l'ecocardiografo è rotto da sette mesi. Risultato: tutti i pazienti che secondo i primi accertamenti non sono gravi vengono "dirottati" all'ospedale di Subiaco, il presidio più vicino che dispone dell'apparecchio, mentre le urgenze che transitano al pronto soccorso vengono subito trasferite nei centri specializzati dove si trova disponibilità, con la perdita di ore preziose in una patologia in cui la lotta contro il tempo è fondamentale.
I medici del reparto di cardiologia di Tivoli sono sull'orlo di una crisi di nervi. Da mesi effettuano diagnosi e salvano vite solo grazie alla loro professionalità e ad altri pochissimi accertamenti strumentali. Niente da fare anche per le visite ambulatoriali, che necessitano dell'esame: sono state tutte cancellate e rimandate a data da destinarsi. Il primario di cardiologia e unità coronarica, Marcello Reynaud, allarga le braccia: «Dopo tre bandi di gara andati a vuoto ci hanno assicurato che arriverà a giorni. Da febbraio ho firmato decine di lettere per evidenziare il grave problema e già prima potevamo disporre di uno strumento a dir poco antiquato: l'ecocardiografo "storico" a disposizione del reparto e di tutti i pazienti dell'ospedale risaliva al 1987. E' stato aggiornato nel '92, poi si è rotto definitivamente». «La delibera di acquisizione - assicura il direttore sanitario generale Manlio Moretti - è stata già firmata ed entro breve lo strumento sarà disponibile». L'ecocardiografo dell'ultimissima generazione, costo totale circa 300.000 euro, fa parte del pacchetto di donazioni di strumentistica di vario genere che alcuni colossi come Telecom e Bayer hanno accordato alla Asl RmG per un valore totale di diverse centinaia di migliaia di euro. Un affare a costo zero per l'azienda sanitaria, condotto in gran parte dalla dirigente del reparto gestione e risorse finanziare e chiuso formalmente qualche mese fa. Ma gran parte delle donazioni rischiano di saltare: la responsabile degli uffici è stata improvvisamente trasferita ad altro incarico.
(da Il Messaggero del 12/09/03)
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