Italia, aumentano i gas serra Kyoto diventa un miraggio |
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.:Inviato Domenica, 27 luglio 2003 @ 15:50:54 da titiro |
Bocciata. L'Italia figura nell'elenco dei paesi europei che non riescono a raggiungere gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto per garantire la stabilità del clima. L'industria ha fatto la sua parte, migliorando livelli di efficienza già alti. Ma l'assenza di decisioni governative efficaci sui trasporti e il rinvio di misure di rilancio del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili trainano verso l'alto le emissioni di gas serra. Dovevamo ridurle del 6,5 per cento: sono cresciute del 5,5 per cento. Il che vuol dire che dovremo tagliarle del 12 per cento in sette anni per rispettare gli impegni presi. È uno scenario credibile? "L'obiettivo va raggiunto, vuol dire che faremo uno sforzo supplementare", assicura il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli. "Alcuni processi sono stati già avviati: li porteremo avanti".
Ma la lista dei provvedimenti efficaci resta povera, mentre si allunga l'elenco dei disastri climatici. Nei sei anni trascorsi dalla firma del protocollo di Kyoto, migliaia di alluvioni, tifoni, siccità prolungate hanno consentito di assaggiare in ogni continente il sapore del nuovo clima che molto probabilmente segnerà il secolo appena iniziato. Intere regioni rischiano di essere spazzate via dall'avanzata del mare o da quella del deserto. I settori produttivi in crisi (dalle assicurazioni all'agricoltura) si moltiplicano. Eppure il mondo politico appare paralizzato. La Russia tentenna. Bush ha appena deciso di investire quattro miliardi e mezzo di dollari per lanciare una coalizione di 1.200 scienziati di 35 paesi con l'obiettivo di rimettere in discussione il rapporto tra gas serra e cambiamenti climatici sottolineato dall'Onu. Solo l'Europa mantiene ferma la barra su Kyoto, ma la distanza tra l'obiettivo e la situazione reale resta pesante. Nell'antica capitale giapponese i paesi industrializzati avevano deciso di tagliare le emissioni di gas serra (derivanti principalmente dai combustibili fossili e dalla deforestazione) del 5,2 per cento entro il 20082012. La fotografia attuale è molto distante da quel quadro virtuoso. Seguendo le indicazioni energetiche di Bush, nel 2012 le emissioni di gas serra degli Stati Uniti cresceranno del 32 per cento rispetto ai livelli del 1990: sommando il taglio promesso da Clinton (7 per cento) si arriva a un più 39 per cento rispetto allo scenario disegnato a Kyoto.
La situazione europea è decisamente migliore. Nel 2001 l'Unione nel suo complesso aveva leggermente ridotto le emissioni rispetto al 1990: senza un ulteriore sforzo arriverà però a un taglio inferiore del 2 per cento rispetto all'obiettivo dichiarato (meno 8 per cento). Dunque un percorso insufficiente ma nella direzione giusta. Mentre l'Italia si muove controcorrente rispetto alle dichiarazioni ufficiali.
"La nostra situazione in realtà non è anomala", risponde il direttore generale del ministero dell'Ambiente Corrado Clini. "Tolta la Gran Bretagna, che ha beneficiato del passaggio dal carbone al gas, e la Germania, che ha eliminato le emissioni inquinanti della vecchia Germania dell'Est, quasi tutti gli altri paesi dell'Unione sono in difficoltà. Per raggiungere interamente gli obiettivi di Kyoto si dovranno inserire nel calcolo le azioni virtuose delle industrie europee all'estero. Del resto l'atmosfera non è divisa in compartimenti stagni. Se un euro speso nel migliorare l'efficienza di un'industria russa dà un risultato ambientale migliore rispetto a un euro collocato in un'industria italiana perché non investire lì?".
"Il trasferimento di tecnologie pulite nei paesi in via di sviluppo non può sostituire la spinta verso l'innovazione in Italia: rinunciare alla corsa verso un'efficienza sempre più alta in casa significa indebolire la capacità competitiva del nostro sistema industriale", obietta Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club. "Secondo un recente studio di Mc Kinsey, uno degli istituti di ricerca internazionali più qualificati, il prezzo di una tonnellata di anidride carbonica potrebbe arrivare a 25 euro: questo valore rende i costi delle centrali a ciclo combinato inferiori rispetto a quelli delle centrali a carbone. L'Europa è già diventata leader mondiale nell'eolico e nei frigoriferi ad alta efficienza. Non conviene star fuori da questo processo".
(da repubblica.it)
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